Investe due bambini e scappa. Lo arrestano, ma il giudice lo fa uscire: «Vada a piedi…»

Oltre i bambini ha investito anche una donna, ed ha preso a pugni una poliziotta. Ma il giudice non ha applicato nessuna misura restrittiva

Un uomo di 63 anni ieri a Roma ha investito con la propria auto due bambini di 7 e 11 anni, una donna e si è scagliato contro una agente della polizia locale intervenuta per bloccarlo, che ha riportato sette giorni di prognosi. Nonostante le accuse di omissione di soccorso, la resistenza a pubblico ufficiale e la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal pm nel corso dell’udienza con giudizio direttissimo, il giudice ha convalidato il suo arresto  senza alcuna misura restrittiva. Per il reato di lesioni stradali gravi è stato denunciato a piede libero e si procederà separatamente.

Il giudice: «Vada a piedi, non guidi»

Enrico Moianetti, 63 anni alla guida di una Dacia Dokker, ha seminato il panico sulla Nomentana, investendo sulle strisce due fratellini di 11 e 7 anni. Poi ha continuato la sua corsa, colpendo una serie di macchine parcheggiate e una donna di 60 anni. Alla fine si è schiantato contro una Fiat Panda in sosta. I soccorritori hanno trasportato i fratellini  al Bambin Gesù in codice rosso, e la donna al Pertini per un politrauma. Nel frattempo  la polizia locale ha rintracciato il 63enne, che ha aggredito una poliziotta prendendola a pugni. Arrestato e condotto in aula per l’udienza di convalida con giudizio direttissimo, Moianetti è apparso in stato confusionale, alternando lunghi momenti di silenzio ad attimi di lucidità in cui ha ammesso le sue responsabilità, ma non è riuscito a fornire nessuna spiegazione per le sue azioni.

Il pm ha richiesto la custodia cautelare in carcere, ma il giudice ha convalidato l’arresto senza alcuna misura restrittiva, in attesa della prossima udienza in cui si potrebbe procedere con rito abbreviato dopo una perizia psichiatrica. «Non deve guidare macchine, vada a piedi», questa la raccomandazione fatta dal giudice all’uomo prima della liberazione.