“Un quadro preoccupante. Non sono ladri, perchè quello che c’è di valore non è stato toccato. E’ un segnale che altro. Hanno scassato una vetrata, per sfondare la quale avranno impiegato almeno una quindicina di minuti. Nessuno ha visto nè ha detto nulla”. Lo dice il presidente del centro Maurizio Artale, intervistato a PrimaRadio da Vincenzo Canzone.
Nella notte tra sabato e domenica alcuni vandali hanno danneggiato il Centro Antiviolenza del Centro di accoglienza Padre Nostro di via San Ciro, fondato dal Beato Giuseppe Puglisi. Con un masso, ignoti hanno sfondato il vetro di una porta secondaria che affaccia su un cortile. Così facendo, gli autori si sono introdotti nella sede del Centro Antiviolenza. Secondo Artale, però, non si tratta nè di ladri, perchè non è stato rubato nulla. Ma neppure di vandali. “Se avessero voluto fare danno o distruggere qualcosa lo avrebbero fatto. Invece nulla di tutto questo”, aggiunge il presidente del Centro.
“Si tratta di un segnale, un avvertimento. Adesso dobbiamo capire da chi arriva questo segnale. Non riusciamo a capire, anche perchè in questi sue anni di pandemia, siamo stati “. Ma Artale, tra le righe, fa qualche ipotesi. “Se qualcuno pensa di intimidirci, per esempio, perché non dobbiamo prendere decisioni su alcuni detenuti o ex Pip, ha sbagliato. Perchè chi viene a lavorare al centro deve adeguarsi alle regole della struttura. Noi siamo chiari. Se uno vuole essere aiutato lo aiutiamo. Ma non può venirci a imporre nulla o non ci stiamo molto a rimandarlo in carcere o a casa”.
“Qualcuno ci sta lanciando un guanto di sfida. Adesso tocca alle istituzioni intervenire e fare capire chi deve vincere questa battaglia. Se il volontario inizia ad avere paura a venire a prestare la sua attività qui. Il messaggio deve essere chiaro: chi tocca il centro tocca lo Stato”, sottolinea Artale.