Una bimba palermitana di otto anni affetta da una malattia rara è la paziente trapiantata numero 3mila dell’Ismett di Palermo.
Il centro, nato nel capoluogo grazie alla partnership internazionale fra Regione siciliana e il centro medico dell’Università di Pittsburgh, celebra oggi l’importante traguardo: tremila trapianti raggiunto in 25 anni di attività. Di cui 1.628 trapianti di fegato, 854 di rene, 222 di polmone, 234 di cuore, 5 di pancreas e 57 trapianti combinati.
“Un traguardo, frutto del lavoro di una rete di medici, operatori e professionisti della sanità siciliana, reso possibile soprattutto grazie ai donatori e alle loro famiglie”, ha detto Angelo Luca, direttore Irccs Ismett -. Un risultato frutto di una catena di solidarietà e di tecniche innovative. Un’impresa collettiva di solidarietà che oggi dà speranza a miglia di pazienti e di loro famiglie”. Con il 10% dei pazienti provenienti da altre regioni italiane per eseguire un trapianto e il 5% proveniente da altre nazioni, Ismett continua a essere un centro di riferimento nazionale e internazionale.
“In meno di 25 anni, abbiamo portato a termine una vasta gamma di trapianti sia adulti sia pediatrici, introducendo programmi e tecniche innovative per dare risposte ai tanti pazienti in lista di attesa e ampliare le possibilità di trattamento per i nostri pazienti. Il nostro impegno per l’innovazione e l’eccellenza ci ha resi un punto di riferimento nazionale e internazionale nel campo dei trapianti. Continuiamo a lavorare insieme per un futuro migliore per i nostri pazienti e per la nostra comunità”.
“Grazie alla sensibilità e generosità dei cittadini donatori e alla competenza e professionalità dei medici ed operatori sanitari dell’ISMETT, in questi anni oltre 3000 vite sono state salvate, e per questo un grazie non sarà mai abbastanza. A tutti loro desidero rivolgere la mia più sincera gratitudine: il dono rende le persone straordinarie. Straordinarie come le sensazione che mi avete trasmesso oggi”, così ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.