IVA, è finita un’epoca: passa al 4% automatico | Lo Stato ha finito di mangiare dal nostro piatto
Una rivoluzione epocale per una delle tasse inflitte a tutti i cittadini su ogni tipo di bene e servizio
L’ IVA è l’imposta sul valore aggiunto, adottata nel 1968 da numerosi Paesi. Una tassa applicata sul valore aggiunto di ogni fase della produzione, di scambio di beni e servizi. L’IVA è anche conosciuta come “tassa invisibile” perché, pur essendo un’imposta sul consumo, non viene trattenuta direttamente dalla busta paga dei lavoratori. Invece, è inclusa nel prezzo dei beni e servizi acquistati dai consumatori finali.
In Italia l’imposta sul valore aggiunto è pari al 22%, tuttavia sono previste delle eccezioni con IVA ridotta al 4%, al 5% e al 10%. Ma ci sono alcuni casi in cui si è esenti dal pagarla. Ad esempio, dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore una riforma che cambierà radicalmente la gestione fiscale degli enti associativi, prevedendo il passaggio dal regime di esclusione IVA a quello di esenzione IVA. Questo cambiamento coinvolgerà tutti gli enti, indipendentemente dall’ambito di attività, dalla grandezza o dall’iscrizione a registri specifici.
Gli enti dovranno dotarsi di partita IVA e iniziare a emettere fatture elettroniche o scontrini fiscali in regime di esenzione IVA per le attività svolte nei confronti dei soci, come corsi o laboratori, in cambio di corrispettivi specifici. Le attività commerciali degli enti associativi, come le sponsorizzazioni, la vendita di beni nuovi e la somministrazione di pasti, continueranno a essere soggette a IVA e IRES come avviene attualmente.
Sono esenti dal pagamento dell’IVA anche le piccole imprese, ma non devono aver superato ricavi o compensi oltre i 65 mila euro e devono aver sostenuto costi complessivi uguali o inferiori a 20 mila euro lordi per le seguenti tipologie di lavoro: accessorio, dipendente o a progetto. In termini di esenzione IVA, la fattura elettronica ha introdotto il campo del valore IVA applicabile e della relativa motivazione, ossia la causale che esprime le ragioni dell’esonero fiscale.
Agevolazioni fiscali per i disabili: IVA agevolata e detrazioni IRPEF
La Legge 104 del 1992 garantisce un ampio ventaglio di agevolazioni fiscali per le persone con disabilità, finalizzate a migliorare la qualità della loro vita e a favorire l’autosufficienza. Tra queste, l’IVA agevolata al 4% e le detrazioni IRPEF al 19% per l’acquisto di mobili, elettrodomestici e altri sussidi tecnici. Tuttavia, per accedere a questi benefici, è necessario presentare una documentazione specifica, che varia in base al tipo di acquisto e alla patologia invalidante. Nonostante il diritto alle agevolazioni, molti disabili segnalano difficoltà nell’ottenere il riconoscimento delle stesse da parte dei venditori.
Per usufruire dell’IVA agevolata al 4%, è indispensabile produrre due documenti fondamentali: il certificato rilasciato dall’ASL che attesta l’invalidità funzionale permanente e una prescrizione autorizzativa del medico specialista dell’ASL, che colleghi funzionalmente la disabilità al sussidio da acquistare. Tali requisiti sono specificati dall’Agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello n. 422 del 2019, in cui si ribadisce che l’agevolazione è applicabile ai sussidi tecnici e informatici volti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione delle persone con disabilità.
Detrazioni IRPEF al 19%: i documenti richiesti
Le detrazioni IRPEF al 19% per i disabili possono essere ottenute presentando certificazioni specifiche, tra cui quella che attesta la minorazione fisica, psichica o sensoriale, rilasciata da una Commissione medica pubblica, e un’ulteriore certificazione del medico curante che dimostri il collegamento funzionale tra il sussidio e i miglioramenti che esso può apportare. Questo tipo di documentazione è fondamentale per dimostrare che il bene acquistato è strettamente necessario per la riabilitazione o per migliorare l’autosufficienza.
Secondo la normativa vigente, rientrano tra i sussidi tecnici e informatici agevolabili dispositivi come carrozzelle, poltrone per disabili, pedane sollevatrici, computer, tastiere espanse e componenti di cucine dotate di tecnologie meccaniche o elettroniche per il controllo dell’ambiente. Questi strumenti sono progettati per superare le limitazioni causate dall’handicap e favorire la riabilitazione, la comunicazione e l’autonomia. L’Agenzia delle Entrate ha precisato che, per ottenere le agevolazioni, tali sussidi devono essere descritti in modo dettagliato in fattura, con l’indicazione delle loro caratteristiche tecniche.