“Joe Petrosino e il delitto del barile” in prima nazionale a Palermo

Lo spettacolo, scritto e diretto da Marco Pupella, si terrà al Teatro Sant’Eugenio il 6 e 7 maggio

Joe Petrosino e il delitto del barile” è il titolo dell’opera teatrale, inedita, scritta e diretta da Marco Pupella, liberamente tratta dal romanzo del giornalista Salvo Toscano, dedicato al sergente di americano di origini italiane. 
Lo spettacolo andrà in scena in prima nazionale a Palermo sabato 6 maggio alle 21:00 e, in replica, il giorno successivo alle 17:45 al Teatro Sant’Eugenio – Direzione artistica Pupella, in piazza Europa 39/41.
Il costo del biglietto intero è di quindici euro , con una riduzione di tre euro per il pubblico sotto i dodici anni e oltre i sessantacinque. 
Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare i numeri 091. 6710494 e 347.6567725. 

IL ROMANZO E L’ADATTAMENTO TEATRALE 

La rappresentazione, che conclude la stagione teatrale in corso, trae le mosse dal libro “Joe Petrosino. Il mistero del cadavere nel barile”, edito da Newton Compton. 
L’autore, Salvo Toscano, descrive le gesta del mitico poliziotto che sfidò la mafia di Little Italy, in piena ascesa a New York agli inizi del Novecento. 
“Joe Petrosino e il delitto del barile”  è una nuovissima produzione teatrale per una rappresentazione che racconta un reale fatto di cronaca nella Grande Mela del secolo scorso. 
In scena, gli attori Massimo Pupella, Massimiliano Sciascia, Leonardo Campanella, Federico Cimò, Valentino Pizzuto, Daniela Pupella, Mirko Ingrassia, Fabiola Arculeo, Luciano Sergiomaria, Franscesco Grisafi, Nando Chifari e Vincenzo Aiello.
Giuseppe Borruso e Alessandro Pupella curano rispettivamente la fonica e il progetto luci. 

Marco Pupella

LA STORIA 

New York, 1903.
Dentro un barile abbandonato in un marciapiede, viene ritrovato un cadavere che riporta orrendi segni di mutilazione.
I primi sospetti ricadono subito sulla criminalità italiana: l’indagine su misura per il sergente Giuseppe “Joe” Petrosino, il “dago”, nonchè il più noto detective newyorkese.
L’uomo, di origini campane, inoltre, è l’unica persona, all’interno del Dipartimento di Polizia di New York, che riesce a muoversi e passare inosservato tra le strade di Little Italy.
Comprende perfettamente, infatti,  i dialetti del Sud Italia e interpreta senza difficoltà tutte le simbologie e il modus operandi delle prime organizzazioni criminali mafiose: tra esse, la temuta “Mano nera”.
L’indagine, però, per Joe Petrosino, sarà più complicata del previsto, poichè dovrà imbattersi non solo contro i pericolosi Padrini, ma anche contro i forti pregiudizi verso gli immigrati italiani.

LE RIFLESSIONI DI SALVO TOSCANO E MARCO PUPELLA 

“Il romanzo – spiega l’autore del libro – si basa su una storia vera che vide il grande poliziotto italoamericano Joe Petrosino affrontare la prima famiglia mafiosa di New York”.
Lo scenario è quello di un ‘America in anni in cui gli italiani, da “migranti”, vissero sulla propria pelle il pregiudizio e la discriminazione. 
“Nella stesura – aggiunge Marco Pupella, che ha curato la sceneggiatura –  ho evidenziato, tra le altre cose, come la mafia siciliana, più temibile ed organizzata, si sia sostituita alla Mano nera di New York”.