Kabul, scomparso un neonato affidato ai soldati americani

Un gruppo di sostegno per i rifugiati ha lanciato un appello con la foto di Sohail e la scritta “Missing Baby”, nella speranza che qualcuno lo riconosca

kabul

Sohail Ahmadi, il bambino afghano di due mesi consegnato dai genitori ai soldati americani attraverso una recinzione durante le caotiche operazioni di evacuazione dei civili afghani di fine estate all’aeroporto di Kabul, è scomparso.

Mirza Ali Ahmadi e sua moglie Suraya erano all’aeroporto di Kabul il 19 agosto per lasciare il Paese. Travolti dalla calca davanti ai cancelli dell’Abby Gate, insieme a migliaia di altre persone in attesa di entrare in aeroporto, avevano affidato il loro piccolo di due mesi a un militare Usa nel timore che rimanesse schiacciato dalla folla e pensando che sarebbero presto arrivati all’ingresso. Ma da allora del piccolo Sohail non si hanno più notizie. 

L’APPELLO

I genitori, disperati, hanno raccontato la loro storia in esclusiva alla Reuters nella speranza di poter ritrovare il soldato e quindi il loro bambino. “Ho cercato ovunque per tre giorni, ma non c’era nemmeno nell’area riservata ai bambini. Ho chiesto a più di venti persone, ma non parlo inglese e quindi non sono riuscito a sapere nemmeno chi fosse il comandante”, ha spiegato Mirza Ali. “Gli operatori umanitari e i funzionari Usa mi dicono che faranno del loro meglio per ritrovare Sohail, ma sono solo promesse”.

Un gruppo afghano di sostegno ai rifugiati ha lanciato un appello per ritrovare Sohail, facendo circolare online una sua foto con la didascalia “Missing baby”.