Ieri 6 marzo, in una saletta del carcere dei Pagliarelli, Giovanni Barreca, ha parlato degli orrori di casa sua davanti al suo avvocato Giancarlo Barracato, allo psichiatra Alberto Caputo ed alla criminologa Roberta Bruzzone, incaricati di eseguire la perizia di parte. Ancora una volta ha puntato il dito contro Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia diabolica che lo avrebbe istigato a commettere gli omicidi. In un monologo durato quattro ore, ha ricostruito come si sono svolti i fatti di quei giorni all’interno della villetta di Altavilla Milicia. A tratti, sarebbero riemersi i suoi vaneggiamenti da fanatico religioso. Barreca ha pianto e si è disperato perché vorrebbe rivedere la figlia.
Roberta Bruzzone al termine del colloquio ha detto, come si legge sul Giornale di Sicilia: “Abbiamo ripercorso la vicenda in maniera dettagliata, con aspetti di fondamentale importanza, ricordando tutto quello che è successo anche prima. Barreca è stato coerente ma il suo comportamento è caratterizzato da gravissime problematiche psichiatriche in cui sono subentrati come detonatori gli altri due indagati”. La criminologa ha svelato che nel corso del colloquio, Barreca avrebbe anche accennato ad un particolare importante: “Ha descritto come la sua famiglia ha conosciuto la coppia e quale era il loro ruolo in quel contesto, spiegando che è stata la moglie Antonella a contattarli sui social, si era rivolta a loro perché li aveva ritenuti persone interessanti dal punto di vista della preghiera”.
La Bruzzone ha detto che Barreca ha spiegato che mentre si stava compiendo il massacro era come imbambolato, e di non avere avuto alcuna cognizione della violenza. Scaricando quindi sui due ex amici la totale responsabilità.
L’avvocato Barracato ha detto che Barreca ha parlato con una certa lucidità, affermando che in quei momenti non era in grado di reagire. E che ha accusato Massimo e Sabrina sottolineando che secondo il suo assistito sarebbero stati loro a insistere affinché si compissero i riti per la liberazione dal demonio. “Barreca – ha detto l’avvocato -, ha ribadito di essere soddisfatto di aver assecondato il volere di Dio, dall’altro si sta rendendo conto che la sua famiglia è distrutta. Vorrebbe riabbracciare la figlia, piangendo ha chiesto se è possibile rivederla”. La diciassettenne attualmente è rinchiusa in un carcere femminile fuori dalla Sicilia.