Cronaca di Palermo

La chat dell’ex pm Palamara inguaia una magistrata della Dda di Palermo

Il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, durante un intervento al plenum del Csm, affrontando il tema del caso procure e delle chat emerse dal telefono dell’ex pm Luca Palamara ha detto: «Sono 27 i magistrati per i quali la procura generale ha già esercitato l’azione disciplinare per i fatti emersi da chat e intercettazioni», e fra i 27 magistrati c’è ne è una della Dda di Palermo, Alessia Sinatra. Dalla chat dell’ex sostituto procuratore di Roma e ex leader di Unicost, sono spuntate intercettazioni che riguardano la Sinatra. Secondo Salvi, la pm palermitana ha tenuto un «comportamento gravemente scorretto nei confronti del magistrato Giuseppe Creazzo, che aveva presentato domanda per la procura di Roma».

“DISPOSTA A TUTTO”

Nell’atto di contestazione pubblicato da Repubblica Palermo, si legge che Alessia Sinatra «coinvolgeva Luca Palamara in una missione finalizzata a condizionare negativamente i componenti del Consiglio superiore della magistratura chiamati a esprimere la loro valutazione in sede di assemblea plenaria». Proprio per questo, secondo le contestazioni rivolte da Salvi, scriveva alcuni messaggi a Palamara dichiarandosi «disposta a tutto» pur di scongiurare la nomina di Creazzo. Che «appellava ripetutamente porco ». Nelle carte delle contestazioni sono riportati anche gli stralci dei messaggi tra il 15 e il 25 maggio del 2019 i giorni a ridosso del plenum. Sono messaggi inviati dalla magistrata al cellulare di Palamara, sequestrato il 30 maggio dello stesso anno. Il 15 maggio la Sinatra scrive a Palamara. E dice che «il suo capo era fuori dalla corsa, soggiungeva che il “porco” non doveva prevalere per nessun motivo, dichiarandosi disposta a tutto». «E sai che lo faccio», aggiunge. Palamara risponde: «Appunto».

La magistrata Alessia Sinatra, della Dda di Palermo

«GIURAMI CHE IL PORCO CADE SUBITO»

Nell’atto di contestazione si legge ancora che la magistrata Alessia Sinatra il 22 maggio sollecita Palamara a parlare con Cochita Grillo, una componente del Csm, «osservando come fosse una follia il voto a favore di Creazzo». «Giurami che il porco cade subito», ribadisce la Sinatra. E Palamara: «Non mollo di un centimetro». Il 23 maggio la Sinatra scrive: «Non mi dire che Creazzo ci crede». E chiede «se il porco avesse parlato con lui». Palamara risponde negativamente. Lei aggiunge: «Porco mille volte, è pure scemo». Gli ultimi messaggi contestati da Salvi sono del 25 maggio. In essi «esprime sconcerto per la possibilità della nomina di Creazzo e di non poter correre rischi». Infine in una successione di messaggi scrive ancora: «Io sto male e non me ne vado così». E poi: «Non solo io non ho mai avuto e non avrò niente ma devo assistere a questa vergogna». «Il mio gruppo non lo deve votare». Inoltre «Cochita dice che a Creazzo mancano due voti e ce la può fare. Non si può correre il rischio ». Palamara chiosa: «Assolutamente ».

«MASSIMO RISERBO»

Alessia Sinatra, raggiunta da Repubblica, si è limitata a dire: «Sono in corso indagini della Procura generale della Cassazione che mi impongono allo stato il massimo riserbo. Mi sono difesa dinanzi al procuratore generale al quale ho fornito chiari, completi e risolutivi elementi di prova dell’assoluta irreprensibilità del mio operato. Attendo fiduciosa la definizione del procedimento».

Published by
Pippo Maniscalco