La cultura a fianco della memoria, la ‘Felicia’ di Mari Albanese incontra gli ospiti di “A casa di Nina”

Un incontro volto alla condivisione della cultura e del potenziamento cognitivo, la narrazione che incontra la testimonianza ponendo il focus sulla memoria e sulla solidarietà. Il 25 giugno, dalle ore 11 alle ore 12, il Centro Alzheimer diurno A.S.D. – A. P. S. “A Casa di Nina” ospiterà un evento speciale. Mari Albanese, scrittrice e consigliere dell’ottava circoscrizione, incontrerà gli ospiti del LAB. Alzheimer con il suo “Io Felicia. Conversazioni con la madre di Peppino Impastato”.

“A casa Nina”, nata grazie ad un’idea di Fabio Conigliaro e della compagna Daniela che hanno fatto dell’Associazione la loro “missione”, è nota a Palermo per il suo impegno nel migliorare la qualità della vita dei suoi ospiti attraverso una varietà di attività culturali ed educative, con l’obiettivo di stimolare le capacità cognitive e favorire l’integrazione sociale. All’incontro seguirà un laboratorio di narrazione e testimonianza per la memoria, solidarietà e e il senso civico comune.

“Io Felicia: conversazioni con la madre di Peppino Impastato”

Nell’estate del 2002 Felicia Bartolotta, la madre di Peppino Impastato, si racconta a due giovani attivisti, Angelo Sicilia e Mari Albanese, tra gli animatori del primo Forum Sociale Antimafia di Cinisi. Sono conversazioni intime e toccanti: “Mamma Felicia” racconta del suo passato, del rapporto conflittuale col marito, del grande amore per suo figlio Peppino, della sua scelta, alla morte violenta di quest’ultimo, di aprire le porte della sua casa a tutti i giovani, per coltivare la memoria e spargere semi di consapevolezza per il futuro. Nelle parole di Felicia, che appoggiò e sostenne suo figlio nel suo opporsi alla mafia, trovano posto la voglia di giustizia di una donna indomita e insieme la tenerezza di una madre che ricorda aneddoti dell’infanzia di Peppino, della sua giovinezza dedita alla militanza politica, della sua tragica fine. Felicia racconta la sua paura, i suoi timori, il suo dolore, ma con lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni: le sue parole diventano prassi, agire quotidiano, dialogo incessante, ma soprattutto un messaggio attualissimo di speranza per il futuro.