La droga in cucina e la pistola in camera da letto, 23enne in arresto a Palermo: trovati anche due scooter rubati
Detenzione di arma clandestina, possesso di sostanza stupefacente e ricettazione. Sono queste le accuse a carico di un 23enne palermitano, già noto alle forze dell’ordine, arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Palermo. Come anticipato da Palermo Live, l’arresto è stato effettuato giovedì sera nell’abitazione dell’indagato nel quartiere Noce.
Nel corso di un controllo eseguito dai militari del Nucleo Radiomobile presso l’abitazione dell’indagato, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, sono state rinvenute quasi 30 dosi tra marijuana e cocaina, nascoste all’interno di uno stipite della cucina.
La pistola in camera da letto
L’attività di ricerca degli uomini dell’Arma ha permesso di recuperare, nella camera da letto del 23enne, anche una pistola marca Beretta, modello 98, con matricola abrasa. L’arma si trovava dentro un borsello ed era completa di caricatore con 16 proiettili calibro 9. Presente anche ulteriore munizionamento, trovato all’interno di un comò insieme a due centraline per auto con le relative chiavi.
In un locale nella disponibilità dell’indagato, i carabinieri hanno inoltre rinvenuto diverso materiale per il confezionamento dello stupefacente, due motocicli e parti di un’autovettura, questi ultimi tutti risultati oggetto di furto. Il giovane è stato tradotto presso la casa circondariale Lorusso Pagliarelli a disposizione dell’autorità Giudiziaria che nei prossimi giorni effettuerà l’interrogatorio di garanzia.
È doveroso rilevare che l’odierno indagato è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente. La sua posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
Il giovane è ritenuto molto vicino al mandamento mafioso di Porta Nuova. Avrebbe fatto da tramite con gli spacciatori nella vendita della droga per conto del latitante Di Michele arrestato lo scorso luglio dopo che era sfuggito all’arresto durante le operazioni “Vento 1 e 2”.