La figlia rinnega il cognome del padre assassino: avrà quello della madre uccisa

Sui documenti della figlia 13enne non ci sarà più il cognome del padre, ma quello della madre. Quello della madre assassinata dal padre quando lei aveva un anno

S. R. era un apprezzato appuntato dei carabinieri, uno che aveva dato la caccia ed arrestato i più grossi boss mafiosi dell’Agrigentino. Il 5 febbraio del 2011 fu trovato carbonizzato all’interno della sua auto il corpo della sua compagna, A. A., 38 anni, ex modella e madre di una bimba di 18 mesi. R., per quell’incidente che non convinceva affatto, nel giro di un paio d’ore, diventò il sospettato numero uno.

Infatti fu arrestato e processato per omicidio volontario per gelosia, e condannato a 27 anni. Ma ne sconterà solo 18 per via della riduzione di un terzo della pena, prevista dal rito abbreviato che nel 2012 era ancora possibile applicare anche nel caso di omicidio aggravato. Per questo R. potrebbe essere scarcerato nel 2029.

La figlia prenderà il cognome della madre ed avrà una borsa di studio

La figlia della coppia, nonostante i suoi 13 anni, ha manifestato l’intenzione di scrollarsi di dosso il cognome del padre, per lei “imbarazzante”. La ragazzina, che all’epoca dei fatti aveva poco più di un anno, ha scritto un biglietto all’avvocato Simona Fulco, che con il collega Sebastiano Bellanca hanno da sempre assistito i familiari della donna uccisa. “Avvocato mi aiuti, voglio chiamarmi come mia madre». Da questa richiesta è partito tutto l’iter burocratico, che è durato tre anni e si è concluso adesso, con l’emissione dell’atto definitivo della Prefettura, convalidato dal comune di Agrigento che ha disposto la variazione anagrafica.

Già da anni il padre biologico della minorenne era stato dichiarato decaduto dalla patria potestà. Adesso sui documenti della ragazza c’è scritto il cognome della madre. Inoltre potrà usufruire anche di una borsa di studio del valore di 800 euro per la frequenza della scuola secondaria di primo grado. Una richiesta fatta dall’avvocato Fulco, e concessa dal Ministero dell’Interno, ai sensi delle iniziative di solidarietà in favore degli orfani per crimini domestici.

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