La guerra russa continua a devastare ed uccidere in Ucraina, mentre la diplomazia finora non ha trovato una via che porti alla pace. Dall’Europa e dagli Stati Uniti vengono annunciate ulteriori sanzioni, e incombe anche il pericolo di una guerra chimica. Intanto nelle ultime ore l’offensiva dell’esercito di Putin ha fatto segnare un’accelerazione, aprendo e bombardando nuovi fronti. Fino ad ora il campo di battaglia si era concentrato nella zona est dell’Ucraina, con assedi feroci a tante città martoriate, Mariupol in testa. Adesso c’è un fatto nuovo. La sedicesima giornata ha segnato un avanzamento della guerra alle porte dell’Unione Europea.
Le forze russe infatti hanno esteso i loro raid all’ovest dell’Ucraina, colpendo con missili e cannonate l’aeroporto di Lutsk e Ivano-Frankivsk. Due città a circa 100 chilometri dal confini della Polonia e quindi dell’Unione Europea. Questi bombardamenti molto vicini al confine polacco, hanno colpito due centri non molto distanti da Leopoli, ritenuta finora una città relativamente sicura, tanto da accogliere le ambasciate occidentali rimaste in Ucraina. Questa nuova situazione non può non destare qualche preoccupazione.
Intanto si segnala, dopo giorni di apparente rallentamento, un’avanzata del maxi-convoglio militare degli invasori verso Kiev. Non si muoverebbe compatto come prima, ma redistribuito invece attorno alla capitale, per tentare un accerchiamento da più fronti, con una manovra a tenaglia. Il fronte resta caldo anche nel Donbass, dove le milizie russe hanno rivendicato la conquista di Volnovakha, località strategica a nord di Mariupol. Quest’ultima città, per la sua posizione strategica, resta il grande obiettivo di Mosca per garantire ai separatisti uno sbocco sul mare. La città portuale è completamente circondata, con “tutti i ponti distrutti”, mentre le autorità locali parlano di quasi 1.600 civili uccisi in 12 giorni, seppelliti in fosse comuni, e “di blocco della città e bombardamenti spietati”. A Melitopol, 200 chilometri più a ovest, i russi sono già entrati e, secondo il ministero degli Interni ucraino, hanno sequestrato con un blitz di una decina di 007 il sindaco Ivan Fedorov, che aveva rifiutato di ammainare la bandiera, “portandolo via con un sacchetto di plastica in testa”.