Cronaca di Palermo

La leggenda dell’ufficio Tari, tra ritardi e attese infinite: “Primo appuntamento nel luglio 2025”

Palermo è piena di spazzatura, ancora una volta verrebbe da dire. Dalle periferie al centro storico, quasi tutte le aree della quinta città d’Italia sembrano essere interessate – in misura più o meno massiccia – da una piaga che assume periodicamente i tratti dell’emergenza ma che in realtà non è mai del tutto sanata. I cumuli di rifiuti, i cestini strapieni, gli escrementi animali lungo il ciglio della strada, gli ingombranti abbandonati: tutti spettacoli che, purtroppo, non sono rari in città. RAP non nasconde di vivere un momento delicato, fatto anche di una cronica carenza di uomini e mezzi che fa sì che la raccolta dei rifiuti vada spesso in tilt, soprattutto in concomitanza di festività o ponti. Nel sentire comune c’è, però, anche un altro problema che emerge: l’inciviltà dei cittadini.

Ostinato a sporcare e povero d’amore per la sua città, il palermitano pare spesso autore di comportamenti tutt’altro che lodevoli. Dagli ingombranti gettati persino nel “polmone verde” del parco della Favorita (1,5 tonnellate raccolte lo scorso 24 aprile) a quelli ritirati dallo Zen 2 e ricomparsi in meno di una settimana, sono tanti gli episodi di inciviltà che si potrebbero elencare. Ma cosa succede nel caso opposto? Cosa accade quando un palermitano vuole, invece, fare la propria parte, fosse anche nel mettersi in regola coi pagamenti della TARI?

Ufficio TARI, l’odissea dei cittadini

La tassa è aumentata ed è ormai cosa nota: la delibera è stata approvata da qualche settimana e ha stabilito, rispetto al 2023, un aumento del 6%. Il peso sulle tasche dei cittadini è alleviato dal fatto che confluiranno sui costi del servizio di smaltimento dei rifiuti 2 milioni di euro provenienti dall’imposta di soggiorno pagata dai turisti. Peccato, però, che mettersi in contatto con l’ufficio comunale preposto sia un’impresa titanica, da qualsiasi via la si voglia tentare.

Chiamare al telefono l’ufficio TARSU/TARES/TARI del Comune di Palermo significa non ricevere risposta o avere a che fare con una linea occupata. Le mail si perdono nel vuoto. La prenotazione sul sito o non è disponibile o reca date molto lontane nel tempo: il primo appuntamento disponibile, ad esempio, è datato il 2 luglio del 2025.

Dunque, un cittadino che voglia regolarizzare la sua posizione, chiedere un chiarimento, interfacciarsi con gli operatori del caso per qualunque motivo, si trova davanti a una strada sbarrata. Basta dare un’occhiata alle recensioni su Google per rendersi conto dell’odissea di chi semplicemente vuole pagare. “Ho provato almeno 2000 volte a mettermi in contatto con questo ufficio ma non ho mai ricevuto nessuna risposta. Ho provato tramite mail, tramite telefono, tramite il mio avvocato ma nulla! Sono disgustato! Siete vergognosi. Non vi pagherò NULLA”, scrive qualcuno. “Dopo invio di Pec con modulistica scaricata da sito, ancora dopo un anno e mezzo mandano tassa della Tari che non spetta più a me. Provo a prendere appuntamento online per andare in ufficio e il primo posto disponibile è esattamente tra un anno. Ma i dirigenti non fanno nulla per sistemare questa situazione vergognosa?”, si chiede un altro cittadino. E la lista potrebbe continuare.

“Città sporca e poco sicura”

“Non torneremo più, città sporca e poco sicura”. Queste le parole di un turista che qualche giorno fa si avviava in comitiva verso il porto di Palermo. L’accoglienza che la città offre a chi arriva dallo scalo non è esattamente delle migliori dal punto di vista della pulizia: le flotte di crocieristi che vanno verso il centro, passando per la parte più bassa di via Mariano Stabile, si trovano davanti a cartacce e a un cestino ricolmo di spazzatura maleodorante. Le loro fotografie finiscono per immortalare questo così come tante altre spiacevoli scene da cui nemmeno il centro storico è esente.

Sicuramente c’è qualcosa – e anche più di una – da rivedere nei valori e nella mentalità di chi si ostina a trattare una città meravigliosa, ricca di arte, cultura e bellezza, alla stregua di una pattumiera. Di certo una “rivoluzione culturale” è ciò che potrebbe fare realmente la differenza e sanare la piaga incurabile del conferimento illecito di rifiuti e ingombranti a Palermo. Ma tutto passa anche dai servizi offerti, i quali rendono la vita più godibile e anche l’adempimento del proprio dovere più semplice. In altre parole, non basta sanzionare chi sbaglia, occorre anche spianare la strada a chi vuole fare la sua parte. Nel 2024 dovrebbe essere ormai scontato ma, a quanto pare, a Palermo non è ancora così.

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Gina Lo Piparo