Dall'Italia

La lunga agonia di Giulia, accoltellata due volte e “morta dissanguata senza potere gridare”

Nell’ordinanza di custodia cautelare contro Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin, è scritto quanto hanno al momento accertato le indagini delle forze dell’ordine. La ragazza sarebbe morta dissanguata, in quanto l’omicida le ha inferto le prime coltellate sotto casa. Secondo gli inquirenti lì sarebbe iniziata l’aggressione che ha portato alla lunga agonia di Giulia e sempre lì c’erano le tracce di sangue e una lama spezzata. Dunque il primo accoltellamento sarebbe avvenuto a pochi metri da casa della giovane e l’aggressione poi sarebbe continuata nella zona industriale di Fossò, dove una telecamera di videosorveglianza ha ripreso il secondo accoltellamento, avvenuto alle spalle, mentre cercava di fuggire. Poi, Filippo Turetta, per non far gridare l’ex fidanzata, avrebbe  applicato sulla sua bocca il nastro adesivo sequestrato dai carabinieri accanto alla vistosa traccia di sangue trovata nella zona industriale.

La morte di Giulia sarebbe avvenuta nella zona industriale

Nell’ordinanza di custodia cautelare contro Filippo Turetta è descritta l’ipotesi che l’ex coppia si sia fermata nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo, a 150 metri da casa Checchettin, e che Giulia sia stata aggredita da Filippo “probabilmente servendosi di un coltello”. La morte però sarebbe avvenuta nella zona industriale, quando il ragazzo l’avrebbe spinta con violenza a terra e la studentessa 22enne avrebbe battuto la testa. Per questo c’è l’accusa di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip di Venezia Benedetta Vitolo ha anche scritto che l’indagato deve stare in carcere per la sua pericolosità sociale, “evincibile dall’inaudita gravità e manifesta disumanità” che ha mostrato contro la “giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale”.

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Redazione PL