La mamma di Saman: «È l’unica soluzione». Lo zio: «Un lavoro fatto bene»

Nel messaggio dello zio di Saman ad un amico, l’ipotesi che l’uomo si riferisca all’occultamento del cadavere

Per la diciottenne Saman Abbas, la ragazza di origini pakistane scomparsa un mese fa nel reggiano, l’ipotesi degli inquirenti è che che sia stata uccisa dai familiari perché refrattaria alla legge islamica. Negli ultimi giorni questa tesi è suffragata da testimonianze, messaggi e video che sembrano confermare questa tesi. A quanto pare Saman sapeva che i genitori volevano ucciderla.

LE PAROLE DELLA MADRE

Aveva sentito la madre dire: «È l’unica soluzione». Ne era certa, aveva origliato mentre la mamma Nazia Shaheen parlava con il marito. Aveva anche provato a chiedere spiegazioni. Ma la madre era stata evasiva e si era giustificata dicendo che si riferiva ad un episodio avvenuto mesi prima in Pakistan. La ragazza, però, non si era lasciata incantare e aveva confidato, in un messaggio vocale al fidanzato, la paura di essere punita, giustiziata. Per aver rifiutato due matrimoni combinati, e per il desiderio di vivere l’adolescenza come qualunque altra coetanea occidentale. «L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me ─ ha spiegato Saman al giovane, con il quale da due anni aveva una storia ─. Se non mi senti per più di 48 ore chiama le forze dell’ordine». Nei giorni scorsi è stato proprio il ragazzo a raccontare ai carabinieri quello che tormentava la sua ragazza.

LO ZIO: «UN LAVORO FATTO BENE»

E i messaggi che emergono in queste ore, riportati dalla Gazzetta di Reggio, tratteggiano ancora meglio il quadro oscuro in cui è maturato l’omicidio e l’occultamento del cadavere della ragazza. Il più agghiacciante è quello dello zio, Hasnain Danish, considerato dai carabinieri del Reparto operativo di Reggio l’autore materiale del delitto, l’uomo a cui i genitori hanno affidato la vita della figlia per spezzarla. «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene », ha scritto ad un amico in una chat, parlando della nipote.

TRE VIDEO IN MANO AGLI INVESTIGATORI

D’altro canto gli ultimi spezzoni di vita della diciottenne sembrano emergere chiaramente da tre video, che sono in mano agli investigatori. Nel primo, datato 29 aprile, lo zio e due cugini escono con le pale in mano e un sacco, probabilmente per scavare la fossa per nascondere il corpo della ragazza. Il 30 aprile, invece, si vede Saman, con uno zainetto rosso, che esce di casa con i genitori. Il padre e la madre rientrano poco dopo senza di lei. In quel lasso di tempo lo zio, a cui è stata lasciata in consegna l’ha già uccisa, secondo la testimonianza del fratello sedicenne di Saman, e come potrebbe pertimoniare il breve video inserito qui sotto. Nell’ultimo filmato il padre esce nuovamente e al ritorno ha sulle spalle lo zainetto rosso della figlia. Il corpo della ragazza, però, ancora non si è trovato. Questa settimana le ricerche proseguiranno anche con l’elettro magnetometro, uno strumento utile a sondare il terreno.