Daniel Kwan e Daniel Scheinert con il loro “Everything Everywhere All at Once” hanno conquistato, come nelle previsioni, sette Oscar, di cui sei nelle categorie principali: miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, migliori attori non protagonisti, oltre alla sceneggiatura originale. Manca solo la statuetta come miglior attore protagonista, vinta da Brendan Fraser, che ha conquistato il premio per la sua toccante interpretazione in “The Whale”. Invece nessun premio per “Gli spiriti dell’isola”, nonostante disponesse di diverse candidature, e neppure per Steven Spielberg con il suo “The Fabelmans”. Gli resta solo la consolazione di essere il primo ad avere la nomination in sei decenni diversi. Ignorati anche “Avatar: la Via dell’Acqua” e “Top Gun Maverick”, i film che dopo la pandemia hanno riempito le sale. Hanno avuto solo due premi tecnici. “Avatar” ha conquistato un Oscar per gli effetti speciali, mentre il film di Tom Cruise ha vinto quella per il sonoro.
Quindi la scena è stata dominata da “Everything Everywhere All at Once”, con Michelle Yeoh, favorita della vigilia, che vince come migliore attrice, e i due premi ai non protagonisti Ke Hui Quan e Jamie Lee Curtis. È andato molto bene anche “Niente di nuovo sul fronte occidentale”: quattro premi tra cui miglior film straniero, fotografia, scenografia e colonna sonora. “The Whale”, oltre all’Oscar per il migliore attore ha vinto anche quello per il trucco anche il trucco. L’Italia, presente con il cortometraggio “Le pupille”, di Alice Rohrwacher, che alla vigilia era favorito, è rimasta a bocca asciutta.In questa categoria l’Oscar è andato a “An Irish Goodbye” di Tom Berkeley e Ross White. C’era un altro candidato italiano, Aldo Signoretti per trucco e acconciature di “Elvis”, ma per lui niente premio. Lo hanno vinto Adrien Morot, Judy Chin e Annemarie Bradley per “The Whale”.
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