La “Notte europea dei Musei” arriva a Palermo, biglietto da 1 euro per riscoprire Palazzo Steri

Sabato 18 maggio ritorna la “Notte europea dei Musei”, iniziativa nata con il patrocinio del Consiglio d’Europa, UNESCO e ICOM per valorizzare l’identità culturale. In tutta Europa i musei saranno aperti in notturna con un biglietto simbolico di 1 euro. A Palermo sarà una ghiotta occasione per avvicinare, da una particolare “angolazione” in notturna, il complesso monumentale dello Steri, aperto dalle 20 a mezzanotte (con ultimo ingresso alle 23). Sarà possibile seguire il cosiddetto percorso Scarpa e visitare la “Vucciria” di Guttuso.

“Notte europea dei Musei”, la visita allo Steri

“Lo Steri è splendido da qualsiasi angolatura lo si ammiri, ma in questo caso ci sarà un’occasione in più di scoprirne la storia – dice il rettore Massimo Midiri –. Seguendo il percorso dedicato al restauro di Calandra a cui collaborò Carlo Scarpa, si entra veramente nel cuore del complesso monumentale; senza contare l’emozione di trovarsi di fronte alla “Vucciria”. Per i palermitani che già conoscono questi tesori e per i turisti che vivranno un’esperienza difficile da dimenticare”.

La visita parte dalla sala Terrana, seguendo il filo dei pannelli che illustrano i restauri curati dall’architetto Roberto Calandra in collaborazione con l’architetto e designer veneto Carlo Scarpa, che “era già affascinato dallo Steri con cui spesso dialogava a voce alta”, come scrisse in seguito Nino Vicari. Il percorso di visita, inaugurato da poche settimane, attinge a disegni e schizzi conservati negli archivi della Soprintendenza, nell’archivio Calandra e nella collezione di Architettura del Maxxi; narra l’intero processo di restauro, dagli anni ’60 a metà anni ’80, che porterà all’attuale fisionomia del palazzo che fu dei Chiaromonte. L’esposizione è composta da cinque pannelli fotografici arricchiti da QR code.

La particolare visita in notturna permetterà anche di riscoprire la “Vucciria” nei giorni in cui compie i suoi “primi cinquant’anni”, cuore della sala espositiva immersiva che riesce a restituire anche gli anni e l’ambiente in cui lavorò Renato Guttuso.