Il nuovo locale in via La Lumia, il libro di ricette, la totale disintossicazione dalla droga. È questa la nuova vita di Mario Di Ferro, l’ex chef di Villa Zito che lo scorso mese di gennaio ha patteggiato una condanna a quattro anni di carcere per detenzione e spaccio di droga.
Di Ferro è stato accusato di aver ceduto dello stupefacente ai cosiddetti personaggi della ‘Palermo bene’, tra cui anche il deputato regionale Gianfranco Miccichè. Accusa ammessa dallo chef stesso che ha sempre negato con forza di non essere uno spacciatore, confessando di aver fatto dei favori ad alcuni amici. Ma qual è oggi la nuova vita di Mario Di Ferro? E quale, ancora, il suo rapporto con il passato?
Siamo andati a trovarlo nel suo nuovo locale, “Cucina”, inaugurato la scorsa settimana in via Isidoro La Lumia, a pochi passi dal Teatro Politeama. Seduto su una delle sue poltrone, inizia a raccontare del suo nuovo progetto che ha ‘radici’ ancorate al passato. “Sono tornato alla mia vecchia vita. Ho ripreso un nuovo locale dopo tanti anni. Si chiama “Cucina”, è un posto carino, allegro. All’inaugurazione c’erano più di 3mila persone e non so neanche se avrò un giorno di chiusura. Poco a poco stanno tornando a lavorare con me i miei vecchi collaboratori. Quando ero a casa forzatamente, ho cucinato nuovi piatti, ho avuto il tempo anche di scrivere il libro di ricette, quelle la nonnina che poi è la mia specialità. Faccio anche molti catering”. Un’opportunità, una nuova occasione per ricominciare che si è presentata a Di Ferro incontrando Alessandro, un suo vecchio amico. “Abbiamo iniziato questa nuova avventura insieme ed è partita già alla grande”. QUI IL LINK PER LA VIDEO INTERVISTA
Facendo un passo indietro, gli chiediamo se sono state di più le persone che gli hanno voltato le spalle o quelle che l’hanno sostenuto. “La città è sempre un po’ così. La gente ti parla alle spalle, è opportunista, però sono certo che sono molte di più le persone che mi vogliono bene rispetto a quelle che mi vogliono male. Ho un carattere buono con tutti, sono uno che cerca sempre di non fare discussioni, sono sempre allegro”. E sul suo rapporto con il pregiudizio, dice: “Me ne frego completamente. Quando ero a casa ai domiciliari non leggevo cronache. Non ho vissuto il giudizio sui social, mi sono veramente distaccato da tutto”.
Di Ferro parla anche della sua dipendenza dalla droga, quella che l’ha trascinato nel vortice dello scandalo e delle vicende giudiziarie: “Ho avuto dei problemi di dipendenza, è vero, ma non gravi. Ho pagato molto di più rispetto alla mia colpa. Sono stato in un centro di recupero e al Sert, per mia volontà tra l’altro, senza che fosse il tribunale ad imporlo, e mi sono subito disintossicato. Palermo è una città molto viziosa, c’è tanta gente che fa uso purtroppo di stupefacenti, soprattutto i giovani. Basta vedere gli effetti dell’uso di crack, il mix micidiale tra droga e alcol. Molti ragazzi sono impazziti… ma questo non è il mio caso”. Alla domanda se c’è qualcosa che non farebbe tornando indietro, Di Ferro non ha dubbi: “La droga, assolutamente. Non mi ha mai entusiasmato, capisci? Quindi di sicuro quella, non ne farei uso”.