Beppe Grillo indagato con la “Spazzacorrotti”, legge voluta dal Movimento 5 Stelle
Secondo i pm Beppe Grillo “ha veicolato a esponenti politici” le richieste legislative dell’armatore trasferendogli poi “le relative risposte”: l’ipotesi dell’accusa è che i contratti fossero fittizi
Il “padre fondatore” del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e la “Casaleggio Associati srl”, in pratica sono vittime del “grillismo”. Sarebbero incappati in una legge voluta con forza da Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia nei governi Conte 1 e Conte 2. Il reato di traffico d’influenze è stato introdotto proprio dalla legge denominata “Spazzacorrotti”, studiata per apportare modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, con l’obiettivo di potenziare l’attività di prevenzione, accertamento e repressione dei delitti contro la pubblica amministrazione italiana. E, appunto, Beppe Grillo, è indagato dalla procura di Milano per traffico di influenze illecite, in relazione ad alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby Lines.
I CONTRATTI CON LA “MOBY LINES” E LA BEPPEGRILLO.IT
Sotto la lente d’ingrandimento del pubblico ministero sono finiti una serie di contratti pubblicitari fra il blog Beppegrillo.it gestito dal comico e la compagnia marittima Moby Lines che fa capo all’armatore Vincenzo Onorato. Accordi che già sono al vaglio di investigatori e inquirenti. Infatti i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano hanno già perquisito gli uffici della Beppe Grillo srl, della Casaleggio Associati e di altre cinque persone. L’accusa nei confronti di Grillo e Onorato è quella di aver costituito una sorta di “associazione”. In sostanza, secondo gli inquirenti, l’armatore affidava le proprie richieste all’attore, il quale le comunicava ad alcune figure politiche e poi informava l’armatore delle risposte. Quindi una mediazione illecita quella che avrebbe effettuato Beppe Grillo. In quanto finalizzata a orientare l’azione pubblica dei parlamentari Cinque Stelle in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby Lines.
CONTRATTO CON GRILLO DA 200.000 EURO PER DUE ANNI
Al vaglio degli inquirenti ci sono delle chat su WhatsApp in cui Grillo e Onorato avrebbero parlato dell’accordo in questione. Le indagini dovranno stabilire se il denaro dei contratti rappresenta il pagamento di consulenze. Oppure il pagamento è avvenuto per favorire le comunicazioni di Grillo con i politici. L’accordo con la compagnia di navigazione, che attualmente si trova in concordato preventivo, con la Beppegrillo.it nel 2018-2019 prevedeva un compenso di 120mila euro l’anno, per due anni, per uno spot al mese e l’inserimento di messaggi pubblicitari. Ma anche contenuti redazionali e interviste a favore della Moby da pubblicare sul sito e sui social. Al cofondatore e garante del Movimento 5 stelle è contestata l’ipotesi di traffico d’influenze illecite. Anche l’armatore Vincenzo Onorato risulta indagato con la stessa ipotesi di reato.
CONTRATTO DA 600.000 EURO ANCHE CON LA CASALEGGIO ASSOCIATI SRL
Inoltre, nel triennio 2018-2020 la stessa Moby ha anche sottoscritto un contratto con la Casaleggio Associati srl. In esso era previsto il pagamento di 600 mila euro annui quale corrispettivo per la stesura di un piano strategico. Le richieste della Moby Lines di Onorato sarebbero rivolte all'”attuazione di strategie per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholders alla tematica della limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario”. Quindi gli inquirenti milanesi intendono accertare se i corrispettivi dei contratti fossero fittizi . Cioè, se i relativi compensi percepiti dalla società di Grillo fossero il pagamento per prestazioni effettive o il prezzo per la “mediazione” politica.
“In considerazione degli importi versati o promessi da Onorato, della genericità delle cause dei contratti, delle relazioni effettivamente esistenti e utilizzate da Beppe Grillo su richiesta di Vincenzo Onorato – si legge nel decreto di perquisizione – nell’interesse del gruppo Moby, con pubblici ufficiali” i magistrati ritengono “illecita la mediazione operata da Beppe Grillo in quanto finalizzata ad orientare l’azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby”.