Grande Migliore è chiuso da anni, e quello che fu per Palermo il megastore per eccellenza continuerà a restare chiuso ancora per chissà quanto tempo. Infatti in Consiglio comunale non è passata una indispensabile variante urbanistica avanzata dalla curatela fallimentare. E questo allontana la possibilità di migliorare ii bando per l’acquisto, già andato deserto per due volte. Infatti la mancata delibera nega la possibilità di potere collegare l’area commerciale con un mega parcheggio interrato e di superfice da realizzare dove prima c’era “Arredo Verde”. Soluzione questa prevista in un piano Prusst approvato prima del fallimento, dove era approvata la realizzazione della passerella per collegare le due aree. Questo progetto, dove è prevista anche la passerella rossa che si vede dalla circonvallazione, è completato all’80 per cento. Manca l’allargamento di una strada ed una rotatoria, che già erano state precedentemente approvate. Ma la concessione con la variante è scaduta in seguito al fallimento.
Per questo la curatela fallimentare ha reiterato la richiesta per una nuova variante urbanistica. Con la previsione di completare e rendere funzionale un’opera in gran parte realizzata. Una soluzione ragionevole, anche per non lasciare in città una ennesima opera incompiuta e fare rivivere quella zona della città. Ma l’approvazione è saltata perché alla fine del dibattito è avvenuto l’imprevedibile. C’è stata l’opposizione che per favorire la delibera si è astenuta in massa, ed anzi c’è qualcuno che è uscito dall’aula. Ma si è verificata anche l’astensione di molti altri consiglieri, fra i quali una parte di Italia Viva. E quindi non sono bastati 13 voti favorevoli e 13 astenuti a fare passare la variante. In molti parlano di “pugnalata alla città”, anche perché c’erano in ballo le speranze dei 269 ex dipendenti, che speravano molto nel recupero dell’attività commerciale.
Il sindaco Leoluca Orlando, come scrive il Giornale di Sicilia, non nasconde il suo disappunto. «A nome della giunta – dice – esprimo il dissenso per la scelta del Consiglio di respingere, senza alcun voto contrario, la nuova convenzione tra l’amministrazione e la curatela fallimentare che opera in conformità alle procedure e con le garanzie previste dalla competente autorità giudiziaria. Una scelta inspiegabile che arrecherà danno all’economia della città e ai lavoratori che, dopo aver perso il posto di lavoro, attendono la vendita degli immobili per recuperare parte delle risorse dovute». Orlando comunque assicura che non è finita qui, perché la giunta riproporrà l’atto deliberativo.
Ma Dario Chinnici, capogruppo di Italia Viva non ci sta, e dichiara: «Assurdo che l’amministrazione porti un atto in aula senza prima avere costruito una regia politica attorno alla delibera. Se il sindaco cerca colpevoli li troverà fra i suoi assessori». Fausto Melluso di Sinistra comune, che si è schierata a favore, commenta: «Sono disgustato, in fondo si trattava di far recuperare ai lavoratori i soldi del Tfr». E ci sono tanti altri commenti negativi. Come quello di Rosario Arcoleo del Pd che parla di «occasione sprecata, oppure di bocciatura inconcepibile, come afferma Toni Sala. Anche i sindacati sono furibondi: «Beffa per i 269 ex dipendenti che, oltre ad aver perso il lavoro e non avere più alcuna copertura vedono naufragare la speranza di recuperare quanto loro dovuto» ha commenta Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl.