Mercoledì 20 marzo in Sicilia i laboratori di analisi cliniche e le strutture di radiologia, cardiologia, odontoiatria, fisiatria, resteranno chiusi. Il motivo è che tra poco più di dieci giorni scatterà il nuovo tariffario ministeriale sulle prestazioni sanitarie.
Già sarebbe dovuto partire dal 1° gennaio, ma la strenua opposizione degli ambulatori e dei laboratori privati convenzionati aveva ottenuto un rinvio al primo aprile 2024. Nel nuovo tariffario, però, come dice Pietro Miraglia, presidente di Federbiologi Sicilia, nel frattempo “non si è cambiata una virgola, e ciò creerà danni irreversibili alle aziende, riducendo del 40%, in media, i rimborsi destinati alle strutture, Costringendo le stesse alla chiusura, con perdite di numerosi collaboratori e disagi ai cittadini”.
Nello stesso giorno dello sciopero, mercoledì 20 marzo, a Roma, al teatro Brancaccio, è anche prevista una manifestazione nazionale di protesta per dire no a un progetto che se arriva in porto distruggerà la medicina del territorio. I laboratori e le strutture specialistiche avevano lanciato l’allarme già lo scorso novembre.
Adesso lo sciopero e la manifestazione rappresentano un ultimatum, perché la questione è tutt’altro che risolta, e sta per ripresentarsi con tutta la sua urgenza. Le sigle del comparto chiederanno al governo Meloni non solo di rinviare nuovamente l’entrata in vigore delle tariffe, posticipando tutto al primo gennaio 2025, ma anche di ritoccarle all’insù. Altrimenti, come ha detto Miraglia, “per le nostre strutture sarà la morte, e, di conseguenza, il caos per la sanità pubblica”.
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