La polizia avrebbe individuato i complici di Francesco Lupo, l’uomo di 30 anni arrestato per il tentato omicidio di Antonino Fragali avvenuto domenica mattina davanti al cimitero dei Rotoli di Palermo e nelle prossime ore potrebbero scattare gli arresti. A riportarlo è l’edizione odierna del Giornale di Sicilia.
Antonino Fragali, operaio della Reset, è stato raggiunto da almeno cinque colpi di pistola all’addome e il torace. Le sue condizioni restano gravi. Si trova in prognosi riservata all’ospedale Villa Sofia dove domenica è stato sottoposto a un delicato intervento.
Ad incastrare Lupo le telecamere di videosorveglianze che si trovano nei pressi dell’ingresso del cimitero dei Rotoli. Le immagini mostrano gli istanti dell’agguato con Lupo che arriva a bordo di un’auto, una Volkswagen Taigo, va incontro a Fragali, inizia ad aggredirlo con calci e pugni. Poi ha uscito una pistola sparandogli contro diversi colpi. Qui la fuga con i complici a bordo dell’auto noleggiata.
Numerosi i testimoni presenti in quella che doveva essere una semplice domenica mattina, come una delle tante, che vede i palermitani commemorare i propri cari defunti che si trovano al camposanto dei Rotoli, e invece si è trasformata in un far west. La polizia intervenuta sul posto si è recata allo Zen dove vive Francesco Lupo, il quale non ha posto resistenza. In una via del quartiere della periferia nord di Palermo, i poliziotti hanno trovato l’auto usata per l’agguato. Rinvenuti anche un jeans, una felpa, una pistola Beretta e un mazzo di chiavi: erano in un sacchetto gettato probabilmente da una finestra di un appartamento.
Francesco Lupo non ha risposto al gip che ha convalidato l’arresto. Il trentenne è difeso dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Giovanni Castronovo. Ancora non è chiaro il movente: per scoprirlo i poliziotti sono tornati indietro di cinque anni. Nel 2019, infatti, allo Zen il padre e il fratello di Lupo furono uccisi da Giovanni Colombo, cugino di primo grado di Fragali presente quel giorno. L’ipotesi, quindi, è che dietro l’agguato di domenica ci possa essere il movente della vendetta. Ma non sono escluse altre ipotesi, come quella della droga: infatti l’operaio della Reset avrebbe precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio.