Allertati dalla Direzione Marittima di Palermo della Capitaneria di Porto, due tecnici del Soccorso Alpino e Spelelogico Siciliano stanno intervenendo per il recupero di circa 20 migranti, bloccati da oltre 30 ore su una scogliera strapiombante nella zona ad Ovest del Faro di Lampedusa.
I migranti sono bloccati, in pratica, da venerdì sera. A rendere difficoltoso il salvataggio il mare mosso: la Guardia costiera, nonostante i tentativi di avvicinarsi alla scogliera, ha dovuto rinunciare. Adesso il Soccorso Alpino sta intervenendo sul posto, imbarcando i tecnici su un elicottero dell’82° CSAR dell’Aeronautica Militare, già partito dall’aeroporto di Trapani Birgi.
Dopo una brevissima sosta per lasciare materiale tecnico imbarcato nel caso di un intervento più complesso anche via terra, è iniziata la vera e propria operazione di recupero. I tecnici del Sass e dell’Aeronautica si sono calati col verricello e hanno imbarcato per prime sei donne per sbarcarle all’aeroporto dell’isola. L’operazione sta proseguendo.
Nelle scorse ore al largo di Lampedusa si sono intanto registrati due naufragi. Sull’isola, nella tarda serata di ieri, sono sbarcati 57 migranti e due cadaveri (una donna e un bimbo) ripescati dalle motovedette della Guardia costiera. Dai racconti dei superstiti i mediatori dell’Oim hanno ricostruito che le barche colate a picco sarebbero state due.
La prima aveva a bordo 48 migranti, 45 dei quali sono stati salvati. Stando ai racconti, vi sarebbero quindi tre dispersi. Sul secondo natante c’erano invece 42 subsahariani, 14 dei quali recuperati. I dispersi dovrebbero essere circa una trentina.
La prima imbarcazione, partita da Sfax in Tunisia, sarebbe colata a picco un paio d’ore prima rispetto a quando i militari della Guardia costiera hanno intercettato, a circa 23 miglia Sud-Ovest da Lampedusa, le persone in mare. I superstiti hanno parlato di tre dispersi: una donna e due uomini.
I 14 naufraghi della seconda imbarcazione, anch’essa salpata da Sfax giovedì scorso, hanno sostenuto di essere partiti in 42. 28 mancherebbero quindi all’appello.
Intanto, le salme del bambino, di un anno e mezzo, e della donna sono state trasferite alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana.