Lavoro, la nona ora te la regala il tuo capo: la nuova circolare ministeriale lo dice chiaramente | Ti finisce pagata sul cedolino

Buoni pasto - fonte pexels - palermolive.it (3)
Un diritto dei lavori, una somma in più direttamente in busta paga per pagarsi il pranzo o fare la spesa al supermercato
Una novità importante potrebbe presto interessare milioni di lavoratori dipendenti in Italia. Il Disegno di Legge sul Lavoro, attualmente all’esame della Commissione Affari Sociali, Sanità e Lavoro del Senato, prevede un aumento dell’importo esentasse dei buoni pasto da otto a dieci euro. Questa misura è stata accolta con favore dall’Anseb, l’Associazione Nazionale delle Società Emettitrici di Buoni Pasto, che la considera fondamentale per il potere d’acquisto dei lavoratori.
L’aumento del valore detassato dei buoni pasto è visto come una misura necessaria in un periodo caratterizzato da un’elevata inflazione. Il costo della vita, in particolare quello legato all’alimentazione, ha subito un incremento significativo, rendendo più oneroso il pranzo per milioni di lavoratori. Con questa modifica, il governo mira a offrire un sollievo economico a chi quotidianamente usufruisce dei buoni pasto.
L’incremento dell’importo esentasse riguarda circa quattro milioni di lavoratori dipendenti che utilizzano i buoni pasto per la pausa pranzo. Attualmente, questi strumenti vengono accettati da circa 170 mila esercizi convenzionati, tra bar, ristoranti e supermercati. L’aumento del valore del buono potrebbe incentivare ancora di più il loro utilizzo, con benefici per lavoratori e commercianti.
Negli ultimi anni, i prezzi dei pasti fuori casa sono aumentati considerevolmente. Il costo medio di un pranzo veloce, come un panino con bevanda e caffè, si aggira intorno agli 8,10 euro, mentre per un menù completo si possono spendere fino a 15 euro. L’aumento dell’importo esentasse consentirebbe di coprire meglio queste spese senza che il lavoratore debba affrontare un costo aggiuntivo eccessivo.
Sempre più aziende adottano i buoni pasto
L’utilizzo dei buoni pasto come benefit aziendale è in crescita. Attualmente, si stima che almeno 150 mila imprese italiane offrano questo strumento ai propri dipendenti. Per le aziende, rappresenta un modo per migliorare il welfare aziendale senza incidere troppo sui costi, mentre per i lavoratori significa avere un supporto economico per una spesa quotidiana importante.
L’aumento dell’importo esentasse dei buoni pasto non avvantaggia solo i lavoratori, ma ha anche un effetto positivo sui commercianti. Una maggiore disponibilità economica per la pausa pranzo potrebbe incentivare i consumi, portando benefici ai bar, ristoranti e altri esercizi che accettano i ticket restaurant. Questo potrebbe contribuire a sostenere il settore della ristorazione, particolarmente colpito negli ultimi anni da crisi e rincari.
Il trattamento fiscale attuale dei buoni pasto
Attualmente, i buoni pasto sono esentasse fino a quattro euro per quelli cartacei e fino a otto euro per quelli elettronici. Qualsiasi importo eccedente diventa imponibile e concorre a formare il reddito del lavoratore. Con l’aumento a dieci euro, si ridurrebbe il rischio di tassazione aggiuntiva, aumentando il beneficio netto per i lavoratori.
L’adeguamento del valore esentasse dei buoni pasto rappresenta una misura attesa da tempo, soprattutto in un contesto economico difficile. Il provvedimento potrebbe offrire un aiuto concreto a milioni di lavoratori e contribuire a mantenere stabile il settore della ristorazione, favorendo un equilibrio tra esigenze di produttività aziendale e benessere dei dipendenti.