In Sicilia è una continua emergenza economica con tante famiglie in difficoltà soprattutto dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza da parte del governo Meloni. L’assegno di inclusione non ha avuto l’effetto sperato nell’isola, con oltre 117 mila domande di nuclei familiari respinte. A denunciare la situazione è Tony Guarino, presidente movimento U.g.s (Unione globale dei siciliani) Palermo: “Scendiamo a manifestare con tutti i nostri iscritti al movimento per reclamare i diritti dei cittadini. Noi chiederemo al presidente della Regione Siciliana che la gente è in stato altamente di abbandono. Non è possibile continuare così abbiamo gente con sfratto esecutivo alla mano e si parla di un consistente numero di cittadini che addirittura attendono ancora attivazione dei corsi di formazione e da settembre 2023 non hanno mai ricevuto nessuna forma di sussidio dato che il governo Meloni ha barbaramente messo questa gente alla gogna”.
É vergognoso questo atto di sciacallaggio nei confronti dei poveri, è un vero e proprio accanimento sociale sulla gente fragile che ogni giorno lotta per la dignità e un pasto caldo.
Le famiglie chiedono il Reddito di dignità
Chiedere per la Sicilia il reddito di dignità, una quota mensile di 500 euro a quelle persone rimaste senza reddito di cittadinanza e assegno d’inclusione. Appuntamento previsto per martedì 27 febbraio davanti la sede della Regione Siciliana in piazza Indipendenza.
Il contesto economico e sociale della Sicilia è tra i più disastrosi in Europa – sottolinea Davide Grasso dell’associazione “Basta Volerlo” -. Non lo dico certo io, i numeri parlano chiaro. In Sicilia lavora solo il 46,2% della popolazione che ha un’età tra i 20-64, mentre nel resto d’Italia la percentuale è del 65%. Ci sono paesi europei come la Finlandia e la Svezia dove l’occupazione sfiora il 90%. Siamo al primo posto per rischio povertà, questo fenomeno interessa il 38% dei siciliani e sicumente non per colpa nostra, ma per colpa di scelte politiche sbagliate che ci hanno portato in questa situazione”.
CONTINUA A LEGGERE