Le mamme delle cuginette di Caivano minacciate dai boss: “Non parlate di stupri”
I boss dei clan proteggono con il terrore i loro figli presenti nel branco responabile degli abusi sulle cuginette
Non tira una buona aria nel Parco Verde di Caivano, lì dove negli ultimi giorni è venuta fuori la turpe storia della due cuginette di 10 e 13 anni violentate dal branco. I viali sono deserti, per strada non c’è nessuno. E domenica, alla messa delle 12, ha partecipato solo una dozzina di fedeli. C’è una specie di copri-fuoco, perché tra gli scellerati che hanno stuprato per mesi le due ragazzine figurano anche i figli minorenni di due potenti boss, capi spaccio della zona. Sono ras che controllano la vendita di stupefacenti nel Parco Verde e nel “bronx”, una sorta di succursale dello spaccio del Parco. C’è paura, c’è il “rispetto” di un ordine implicito che è arrivato da quei boss. Ordine che riguarda tutti i componenti del branco, tutti indagati a piede libero, e lo loro famiglie, le loro mamme. Non parlate dello stupro.
Cosa dice la gente, condizionata dal dictat dei boss
Don Maurizio Patriciello, il parroco di Parco Verde, come scrive il Messaggero, nella sua omelia domenicale ha condannato l’omertà e la vigliaccheria della gente, ma ha anche ammesso di essere “preoccupato» per la sua sicurezza e quella della mia scorta”. Ha parlato del pensiero della gente, che condizionata com’è dal dictat dei boss, lancia pesanti allusioni sulle famiglie delle due povere bambine. Su “chi non riesce a proteggere i propri figli”, per cui “merita questo ed altro”. Come a giustificare quanto avvenuto. Un copione già visto, collaudato al cento per cento, utilizzato spesso dalla camorra per “spiegare” le ragioni di un omicidio, o, in questi caso, anche lo stupro delle due bambine.
Per chi è costretto a vivere nel Parco Verde, quando i riflettori illuminano questo posto di miserie umane, quasi automaticamente scatta un processo di auto-protezione. Tutti già sanno che per le famiglie delle due cuginette, oltre al dolore, alla rabbia, allo “scuorno” subito, si aggiunge anche la paura di una possibile vendetta o ritorsione da parte dalla camorra. I due potenti capi spaccio, padri dei ragazzini stupratori, hanno al loro servizio decine e decine di affiliati pronti a tutto.
Paure e speranze
Tutto ciò lo sanno anche i familiari delle due vittime, che ora vivono nel terrore, temendo seriamente per la loro incolumità. Senza risorse finanziarie, senza nessun aiuto dei distratti servizi sociali, senza un briciolo di solidarietà, convivono con l’incubo di avere a che fare con la camorra. Insomma un dramma nella tragedia, perché probabilmente hanno la sensazione che sarà difficile trovare una via d’uscita. In barba a tutto ciò, don Patriciello, il parroco anti-clan ed i comitati cittadini hanno organizzato per domani alle 18 una manifestazione al Parco Verde, indetta in segno di solidarietà alle vittime dello stupro di Caivano. L’appuntamento è alla parrocchia di San Paolo Apostolo.