Da quando il presidente del Consiglio si presenta in televisione – come in tempo di pandemia usa fare periodicamente – gli italiani vengono travolti da una cascata di roboanti aggettivi e superlativi, che vengono usati per rappresentare quantità smisurate ed imprese epiche. Nelle intenzioni, probabilmente, sono usati per cercare di colpire l’immaginazione dei cittadini italiani posizionati davanti ai televisori, e tendenzialmente dovrebbero servire a rassicurarli il più possibile.
E quindi di volta in volta le manovre sono presentate come «poderose» o «portentose», lo sforzo dell’esecutivo generalmente è «imponente», perché ha svolto un lavoro «incredibile» con fatica «grandissima». Tutte le manovre che di volta in volta ha presentato Conte, tengono conto che l’interesse generale è sempre «prioritario», e che la determinazione dell’esecutivo è «massima». C’è sempre la promessa che i soldi arriveranno «subito» perché il segnale arrivato è «chiarissimo».Quando ha presentato il decreto liquidità, non ha esitato a parlare di un «bazooka» da 400 miliardi per un intervento poi rivelatosi un flop. E l’ultima manovra, questa da da 55 miliardi, l’ha definita invece «la prova più difficile del dopoguerra», con un testo «complesso». Un investimento «importante» e non è stato perduto neppure un minuto di tempo in più di quello «strettamente necessario».
D’altro canto non è una novità che Conte prediliga il superlativo. Già per descrivere il 2019 del nostro Paese, affermò: «Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019. L’Italia ha un programma di ripresa incredibile. C’è tanta determinazione da parte del governo». E tutti sappiamo come è poi finito il governo giallo-verde… Inoltre, parlando delle beghe interne dell’esecutivo, spesso usa affermare: «Andiamo tutti d’accordo, non litighiamo. Noi ci confrontiamo. Non ci sono motivi di divergenza, assolutamente». E spesso ricorrono quasi ad agguati all’arma bianca. Bisogna comunque prendere atto che durante la pandemia ha riposto la “pochette” nel cassetto, e questo è già qualcosa che non dispiace.