Maglia nera per gli ospedali di Palermo, bassi in graduatorio rispetto alle altre strutture del Paese. Come tutte le aziende, anche quelle ospedaliere funzionano bene o male. Con una sostanziale differenza, però: occupandosi di salute, gli errori di gestione non dovrebbero essere ammessi. Talvolta accade che oltre a confortanti notizie di interventi chirurgici di qualità, unici e innovativi, saltino fuori anche episodi di malasanità.
In pratica, per i pazienti è come una roulette. C’è chi ha la fortuna di poter puntare sul numero giusto e chi invece può perdere tutto. Le quotidianità con cui ci si confronta sono fatte di Pronto soccorso, liste d’attesa ed esami diagnostici eseguiti a volte con macchinari molto vetusti. Inoltre c’è da mettere nel conto la qualità delle cure e le capacità dei manager, sono strettamente collegate. Insomma, sono tanti indicatori, in base ai quali è possibile fare dei confronti. Lo ha fatto l’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che fa capo al ministero della Salute. Valutando le performance di 53 ospedali pubblici, di cui 30 universitari.
Tenendo conto di questi dati, Milena Gabanelli e Simona Ravizza hanno stilato sul Corriere della Sera delle classifiche che tengono conto dei migliori e i peggiori ospedali di Italia. Manco a dirlo, purtroppo, Palermo si trova compresa fra le maglie nere di 4 di queste graduatorie. Infatti, iniziando dalla lista che riunisce “I 12 ospedali da bollino rosso”, che riunisce quelli con le performance più basse, si trovano Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello e Civico Di Cristina. Invece, per quanto riguarda “Attesa di interventi per tumori”, fra i 10 ospedali con i tempi di attesa più lunghi c’è il Policlinico Giaccone.
È stata stilata anche una classifica chiamata “I macchinari obsoleti” e anche qui fa la sua compara “Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello”. C’è, infine, un indicatore che tecnicamente si chiama «Indice comparativo di Performance». Questo permette di valutare, a parità di gravità del caso, la durata del ricovero. Più è lungo, più vuol dire che l’ospedale ha problemi organizzativi. In questo elenco è compreso il Civico Di Cristina Benfratelli.
I risultati di questo report dell’Agenas sono disponibili sul portale realizzato sull’argomento stat.agenas.it. L’anno preso in considerazione è il 2021, quello in cui gli ospedali hanno dovuto fare pesantemente i conti con il Covid. In grafica ci sono anche i risultati del 2019 che, in assenza della pandemia, hanno visto performance più alte. Dei 53 ospedali esaminati, 12 hanno un livello di performance basso, 32medio e solo 9 alto. I 9 ospedali al top sono: gli ospedali universitari Senese (Siena), Careggi (Firenze); Pisana (Pisa), Padova, Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola Bologna; e gli ospedali S. Croce e Carle (Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano (Torino).