Lega nell’occhio del ciclone: Figuccia cerca De Luca, ma riceve un secco no

A svelarlo è Ismaele La Vardera, portavoce di “Sicilia Vera”, dopo alcune dichiarazioni del deputato regionale di Lega- Prima l’Italia. Il tutto mentre il partito vive un momento abbastanza complesso all’indomani del voto a Palermo e della rottura tra Igor Gelarda e i vertici regionali

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Giorni difficili per Lega- Prima l’Italia in vista delle elezioni regionali in Sicilia. Dopo il “caso Gelarda”, in rottura coi vertici del partito sull’isola dopo le critiche alla gestione di Nino Minardo, protagonista di nuove polemiche è ora il deputato regionale Vincenzo Figuccia.

La vicenda è scaturita da un recente comunicato di quest’ultimo. “Nel centrodestra siciliano ci sono le persone che possono guidare la Regione e governarla bene – si legge -. È finito il tempo delle false rivoluzioni alla Crocetta e delle scimmie urlatrici, serve serietà e un progetto inclusivo. Faccio fatica a comprendere le ragioni di chi pensa di mandare tutti a casa erigendosi a paladino della Sicilia”.

“Lo dico – ha spiegato Figuccia – con il rispetto che devo ad un amico, qual è Cateno De Luca con cui ho condiviso battaglie e con il quale sono stato eletto in Parlamento nella stessa lista. Non ho nulla da dimostrare rispetto al mio essere libero ed anti-sistema, altrimenti non mi sarei dimesso dal un ruolo ultra potente di assessore regionale ai rifiuti. L’ho fatto quando ho capito che qualcuno voleva tergiversare sui termovalorizzatori. Ed ora i guasti del sistema rifiuti sono sotto gli occhi di tutti”.

“Credo che si debba lavorare per vincere le prossime elezioni regionali con un progetto credibile che sia innovativo anche sotto il profilo della celerità delle scelte da compiere nell’interesse dei cittadini, per non aggravare la situazione già pesante dovuta all’aumento indistinto dei prezzi. Vorrei però che si facesse un passo avanti rispetto a certa cultura manichea che vorrei appartenesse solo ai grillini ed al ricordo che se ne avrà dopo i fallimenti registrati dai Cinquestelle”.

LA VARDERA: “FIGUCCIA CI HA CERCATO, MA HA RICEVUTO UN SECCO NO”

La risposta dal fronte De Luca non tarda ad arrivare. “Sorprendono le parole dell’onorevole Figuccia secondo il quale ‘è finito il tempo delle false rivoluzioni alla Crocetta e delle scimmie urlatrici’, riferendosi poi al nostro leader Cateno De Luca. E il caso di dirlo: quando la volpe non arriva all’uva, dice che è acerba“. Così ha dichiarato Ismaele La Vardera, portavoce di “Sicilia Vera”.

L’ex iena non manca di svelare un particolare inedito. “Figuccia ci ha cercato più volte – dice – per essere ospitato nelle nostre liste ricevendo un secco no. Per una semplice regola che abbiamo imposto: non candidiamo deputati uscenti. Se avessimo voluto voti ‘certi’ avremmo accettato deputati uscenti. Noi vogliamo i voti della gente comune, di chi crede in noi e nel cambiamento”.

La Vardera rincara la dose. “Figuccia – prosegue – dopo la sorella eletta al consiglio comunale insegue il sogno di essere rieletto al Parlamento, e magari il papà andrà al Parlamento nazionale così da poter realizzare il sogno della ‘Figuccia family’ al potere in ogni consesso politico che esista. Buona fortuna alla Figuccia’s family, noi continuiamo la nostra rivoluzione volentieri anche senza di lui”.

LO SFOGO DI FIGUCCIA: “PUGNALATO DA UN AMICO”

Una nota che ha mandato su tutte le furie il deputato regionale di Lega- Prima l’Italia. Quest’ultimo ha affidato la sue amare riflessioni ad una diretta su Facebook dai toni molto accesi. “Per me i rapporti umani vengono prima di tutto – ha esordito – e quando non c’è rispetto dei rapporti umani significa che non c’è niente, non c’è cuore”.

Il nome di Cateno De Luca non viene mai fatto, ma il riferimento è chiaro. “Non può essere che c’è gente che si veste da salvatore della patria, da esercito della liberazione, ma di che cosa? – sbotta Figuccia – Se non sapete rispettare nemmeno i rapporti umani e di amicizia, state a casa perché la politica è servizio. Non è strumentalizzare a tutti i costi”.

“Avevo fatto un appello accorato, dove non parlavo male di nessuno – continua lo sfogo -. Stavo cercando di mettere insieme le cose per dire che a questa terra di Sicilia, martoriata da tutto e da tutti, serve fare sintesi. E invece dall’uomo al quale ho fatto un appello di mettersi insieme alle persone per bene che vogliono ottenere dei risultati, mi arriva la pugnalata di un amico. Chi pugnala un amico non è degno di rappresentare nessuno. E non può mettersi accanto dei paladini finti che si vestono da iene e vanno minacciando”.

IGOR GELARDA E LA ROTTURA CON I VERTICI REGIONALI DELLA LEGA

Il “caso Figuccia” scoppia a brevissima distanza dalle vicende relative a Igor Gelarda, già consigliere comunale di Palermo, che nei giorni scorsi aveva criticato la gestione del segretario regionale Nino Minardo. Una riflessione frutto degli esiti negativi del voto a Palermo per Lega – Prima l’Italia, che portava Gelarda ad appellarsi a Matteo Salvini (QUI IL POST).

“Chiedo un profondo momento di analisi da parte di Matteo Salvini, perché io voglio stare in un partito che affronta le necessità delle persone e che non deve chiudersi nei palazzi e chiedere solo posti di potere”, aveva scritto Gelarda su Facebook.  “Altrimenti non ha senso – aveva proseguito – e si viene puniti come lo siamo stati noi il 12 giugno scorso a Palermo. Ho comunicato le mie riflessioni a Matteo Salvini e ora mi aspetto che si avvii una lunga riflessione e che la Lega cambi completamente aspetto e assetto. Diversamente in Sicilia il partito non avrà più alcuna speranza, già a partire dalle prossime elezioni regionali in autunno”.

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Matteo Salvini e Igor Gelarda

Una riflessione evidentemente non gradita, dato che ieri mattina Gelarda ha mostrato su Facebook lo screenshot del gruppo Whatsapp dal quale Minardo lo aveva rimosso.

“Buttato fuori solo per avere osato criticare la dirigenza siciliana della Lega e avere chiesto di tornare a occuparci dei bisogni della gente”, ha esordito in un lungo post. “Dopo oltre quattro anni in questo partito, quattro anni di grande attività su strada e di vera opposizione al sindaco Orlando, ma anche di forti critiche che mi hanno fatto i cittadini per essermi associato al partito di Matteo Salvini, oggi vengo buttato fuori malamente“.

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