La Lega in Sicilia dimissiona la Maraventano. E sculaccia Salvini

Messa alla porta l’ex senatrice di Lampedusa che il leader nazionale aveva tentato di giustificare: “Sulla mafia non è possibile avere ambiguità”. Le pressioni di Gelarda e la netta posizione di Candiani

Nella vita è tutta una questione di tempi. Lo scopre Angela Maraventano, gentilmente accompagnata alla porta dai leghisti siciliani. Altro che il “si è spiegata male” di Matteo Salvini, la purga è partita decisa e senza tenere conto della giustificazione del leader maximo che quando arriva in Sicilia gli deve venire l’orticaria perché una giornata tranquilla mai.

Già ieri mattina un post di Igor Gelarda, uno dei maggiori azionisti del partito in Sicilia, aveva gettato le basi per una drastica punizione: “credo che queste dichiarazioni (riferendosi alle farneticazioni della Maraventano sul coraggio della vecchia mafia, ndr) rendano incompatibile l’ex senatrice con il percorso di legalità e trasparenza intrapresa dalla Lega. Della parte incriminata non condivido una virgola. La mafia vecchia faceva schifo quanto fa schifo l’attuale. Certe cose non si possono neanche pensare”. Prendi incarta e porta a casa. Un post che si legge anche come una sculacciata a Salvini, ma tant’è. Oggi, quando il danno è già fatto, arriva il comunicato ufficiale, firmato ovviamente da Stefano Candiani, il segretario regionale della Lega. “Le ambiguità in politica sul tema mafia sono inaccettabili, per questo mi aspetto dimissioni spontanee da Angela Maraventano, rimangono l’unica scelta possibile”.

E la ex senatrice di Lampedusa, che con queste premesse ex rimarrà a lungo, ha obbedito. “Lascio il partito, è giusto così”. Più che giusto, aggiustato. Almeno nelle intenzioni, perché resta la castroneria detta dalla pasionaria verde dal palco e la gaffe mica da ridere di Salvini. Ingiustificabile era due giorni fa e ingiustificabile resta oggi, nonostante tutti i tentativi di rilettura di un intervento sgrammaticato. E non solo politicamente.

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