La scomparsa di Letizia Battaglia lascia un vuoto enorme a Palermo, una città che lei amava ma che molto spesso la costringeva a fuggire perché “si sentiva prigioniera”. Letizia Battaglia ha fotografato la Palermo piena di speranza e di amore, ma soprattutto con i suoi scatti ha raccontato la guerra di mafia nel capoluogo siciliano. Tra la fine degli anni 80 e i primi anni ’90 si è occupata anche di politica. È stata consigliera comunale con i Verdi ed assessore comunale in una delle giunte guidate da Leoluca Orlando.
Nel 1974 entra a far parte del giornale “L’Ora” con l’unico obiettivo, come d’accordi con gli editori, di fotografare i morti ammazzati della mafia. Indimenticabili i suoi scatti degli omicidi di Carlo Alberto Dalla Chiesa e Pio La Torre fino a Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. In particolare, rimane indelebile nella mente di tutti i protagonisti di quel periodo la foto scattata dalla Battaglia mentre Sergio Mattarella prova a tirare fuori dall’auto il corpo del fratello in fin di vita. La fotografa ha sempre detto che quella foto dell’omicidio del presidente della Regione Siciliana “fu una casualità. Passavo di lì per caso, pensavo inizialmente fosse un incidente“.
Letizia Battaglia ha fotografato quarant’anni di storia di mafia siciliana, ma non solo. Nella sua lunga carriera infatti tra i suoi scatti ha dedicato spazio anche a storie di donne e bambini. Le sue foto, che hanno fatto il giro del mondo in numerose mostre, le sono valse numerosi premi come l’Eugene Smith e l’Eric Salomon Award.
Chi ha avuto la fortuna di conoscere la fotografa palermitana ha potuto vedere una donna, oltre che professionale, anche forte, piena d’amore per il suo lavoro, per Palermo e per la vita. Trasmetteva semplicità e coraggio.
Nei prossimi giorni andrà in onda in prima serata sulla Rai una serie che racconta la vita vissuta da Letizia Battaglia tra politica e sociale, gli amori, la mafia e la sua inseparabile macchina fotografica. Le riprese sono state fatte tra settembre e ottobre, principalmente nel quartiere della Zisa a Palermo.
“È stata lucida e attiva fino alla fine“, afferma la figlia Patrizia Stagnitta. “Mia madre non si fermava mai. Malgrado le sofferenze della malattia e le difficoltà di movimento continuava ad avere tanti contatti, a partecipare a incontri anche all’estero e ad affrontare perfino lunghi viaggi. Proprio la settimana scorsa era andata a Orvieto per partecipare a un workshop. La grande voglia di vivere non le era mai passata”. Negli ultimi tempi la Battaglia era costretta a usare la sedia a rotelle. “Ma questo – precisa la figlia – non le impediva di prendere un aereo e rispondere alle tante chiamate e ai tanti inviti che continuava a ricevere. È accaduto tutto all’improvviso, non ci ha dato il tempo di capire che se ne stava andando”.
La camera ardente di Letizia Battaglia sarà allestita dalle ore 12 di giovedì 14 aprile nell’atrio di Palazzo delle Aquile di Palermo.