Il Parlamento europeo ha approvato ieri 15 settembre un rapporto in cui l’Ungheria guidata da Viktor Orban è stata definita una “minaccia sistemica” ai valori fondanti dell’Ue e una “autocrazia elettorale”. Chiesto altresì l’intervento della Commissione e del Consiglio perché attivino tutte le misure previste dall’articolo 7 dei trattati europei. Ossia la clausola di sospensione dall’Unione. Un voto che il ministro degli Esteri magiaro Peter Szijjarto, in una conferenza stampa, ha commentato in questi termini: «Mettere in discussione le prestazioni della nostra democrazia è un insulto nei confronti degli ungheresi, che hanno eletto questo governo già quattro volte».
I rappresentanti di Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro il rapporto. Insieme ai rispettivi gruppi parlamentari, Identità e democrazia. Di questo raggruppamento fanno parte, tra gli altri, anche il Rassemblement national di Marine Le Pen, Alternative für Deutschland, e Conservatori e riformisti, nei cui banchi siedono anche Vox e i Democratici Svedesi.
La delegazione di Fratelli d’Italia ha spiegato: «La relazione si basa su opinioni soggettive e affermazioni politicamente distorte. Si tratta dell’ennesimo attacco politico nei confronti del legittimo governo ungherese, in una fase difficile per l’Europa nella quale a tutti i livelli si dovrebbe perseguire la strada dell’unità e non quella della polarizzazione per motivi ideologici». Immediatamente dal centrosinistra e Movimento 5 stelle sono arrivati interventi che hanno stigmatizzato il voto dei due partiti di centrodestra.