Come capita ogni volta che Sagramola rilasci una delle sue rare interviste un vespaio di polemiche si solleva nell’ambiente rosanero. Anche ieri (venerdì, ndr) a trm, alle domande di Alessandro Amato ha risposto con dichiarazioni che sono sembrate a tutti tutt’altro che concilianti con quella parte di tifo non esattamente allineata al pensiero dirigenziale.
Appare altresì evidente come sia ormai divenuto incolmabile il distacco tra la società Palermo F. C. e la stampa cittadina, considerata quasi nemica perché rea di esercitare il proprio legittimo diritto non solo di critica, ma addirittura di informazione in maniera autonoma ed obiettiva. C’è un amministratore delegato, non un pinco-palla qualsiasi, che pretende di dettare le regole a chi invece si attiene al codice deontologico della sua professione. La stessa figura apicale della società azzarda persino lezioni di tifo nei confronti di chi vuole con la propria passione sostenere una squadra e una maglia criticando alcune scelte di mercato ed etichettando come deludente questa anonima stagione di serie C.
Un vero e proprio decalogo comportamentale se non addirittura un vangelo è stato diffuso ieri in quella intervista. Abbiamo visto davvero molto in questi due anni di gestione della passione più diffusa tra i palermitani, ma mai ci saremmo aspettati di essere invitati ad iscriverci a corsi di tifo e di professione giornalistica. Questa in effetti era l’ultima cosa che ci mancava da parte di chi deve ancora dimostrare di essere tifoso ed avere a cuore le vittorie sportive della propria squadra oltre a pensare di incrementare il valore economico della propria azienda e che sicuramente in materia di comunicazione avrebbero bisogno, essi si, di un corso accelerato.