L’industria dell’intrattenimento in Italia: gli ultimi dati di settore
L’economia italiana non sta vivendo uno dei suoi periodi migliori. Il PIL sta crescendo a ritmi più bassi rispetto a quelli preventivati pochi mesi fa, le imprese non finanziarie fanno i conti con un notevole calo dei profitti e le famiglie continuano a ridurre i consumi. In questa situazione complessa c’è però un settore in controtendenza e che continua a crescere con percentuali notevoli: quello dell’intrattenimento. E fra poche righe approfondiremo i numeri di un fenomeno che sta portando l’Italia al livello degli altri Paesi Europei.
Gi ultimi dati ufficiali dell’industria del gioco online sono di settembre 2024 e parlano di un incredibile incremento del 22,4% del giro d’affari generato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In vetta alle preferenze di chi gioca hanno registrato ottimi numeri piattaforme di gaming online come PokerStars, portale famoso per il poker che negli ultimi anni ha diversificato la propria offerta aprendo alle discipline da casinò.
Allargando lo spettro d’analisi a tutto lo scorso anno il dato resta impressionante: nel corso del 2023 sono stati raccolti circa 82 miliardi dal gaming online. Significa una crescita del 67% complessivo nell’arco del quadriennio.
Molto interessante l’analisi della distribuzione regionale della spesa per il gioco. In testa alla classifica troviamo Campania, Sicilia e Calabria con circa 2mila euro pro capite giocati online. Il triplo di quanto spendono gli abitanti di regioni come il Veneto e il Trentino Alto Adige. Per quanto riguarda le province, invece, sono Messina, Palermo e Siracusa (più di 3mila euro di spesa pro capite per il gaming) a guidare la graduatoria, seguite a ruota da Isernia, Taranto e Reggio Calabria.
Numeri decisamente elevati e maggiori della media italiana (quasi 2mila euro di spesa a persona) nei comuni capoluogo di regione come Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Bari e Cagliari e a Roma (2.213 euro pro capite). Roma spicca anche per i 4,4 milioni di spesa online (prima in classifica). Statistiche in salita anche per Milano (+12% nel 2023) e per Firenze, città in cui si registra un notevole aumento del 43% a cavallo tra 2022 e 2023.
Un trend di crescita costante, quello indicato dai numeri che abbiamo appena visto, e che, secondo gli analisti di settore, proseguirà anche nei prossimi anni, sostenuto dalle innovazioni tecnologiche e da un incremento della domanda di intrattenimento digitale. Tutto ciò rende però necessario un riordino complessivo del settore che, sia a livello legislativo che economico, dovrà prendere in considerazione le migliori pratiche europee e declinarle nella particolare situazione italiana. Un impegno che, per forza di cose, dovrà mettere allo stesso tavolo il legislatore e i principali attori di un settore economico che con le giuste misure potrebbe rivelarsi come un volano per l’intera economia nazionale.
Un discorso ancora più valido se andiamo ad analizzare lo stato di salute di un altro sotto settore dalle notevoli potenzialità: quello dei videogiochi. I videogiochi sono ormai un comparto economico a tutto tondo e la loro diffusione tocca tutte le regioni italiane. Per farsi un’idea basti pensare che ogni anno le vendite di software e hardware di gioco valgono circa 2,3 miliardi di euro nel nostro Paese.
È quanto emerge dal recente rapporto sui videogiochi in Italia nel 2023 redatto da IIDEA, l’associazione di riferimento dell’industria videoludica italiana. Per farsi un’idea del “peso” economico del comparto è sufficiente pensare che l’industria musicale ha generato lo scorso anno circa 440 milioni di euro. 55 in meno degli incassi derivati dal cinema.
All’interno dei 2,3 miliardi di euro è stata la componente hardware a farla da padrone con un incremento degli acquisti del 63% rispetto al 2022 dovuto alla rinnovata disponibilità delle console di ultima generazione. Leggermente più contenuto l’aumento percentuale di acquisto di nuovi videogiochi (+6%) mentre sono scesi drasticamente gli acquisti in game (-42%), ovvero le spese successive all’acquisto del gioco principale (espansioni, servizi on demand e servizi aggiuntivi).
A contribuire alla notevole crescita anche la diffusione degli e-sports nel nostro Paese, arrivati al livello, sia per giro d’affari che per pubblico, degli altri competitor del Vecchio Continente.