Lucia Annunziata si è dimessa dalla Rai: “Non condivido nulla del governo”

Annunziata contesta la nuova dirigenza di viale Mazzini e il governo: «Non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai»

 Si è dimessa dalla Rai Lucia Annunziata, la conduttrice di “Mezz’ora in più” e già direttrice del Tg3,. L’annuncio è arrivato a poche ore dalla nomina dei nuovi direttori delle testate della tv pubblica, con Gian Marco Chiocci che da Adnkronos passa al Tg1, Antonio Preziosi al Tg2. Oltre alla conferma di Mario Orfeo al Tg3. La giornalista ha comunicato la propria scelta al nuovo ad Roberto Sergio e al direttore generale Giampaolo Rossi. Nella lettera inviata ai vertici della Rai la giornalista ha spiegato i motivi delle sue dimissioni irrevocabili. “Arrivo a questa scelta ─ ha scritto ─ senza nessuna lamentela personale.Giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni”.

Ed ha aggiunto: “Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestare a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque”.

Lo scontro con il ministro Roccella

Il 19 marzo scorso Lucia Annunziata si era resa protagonista di un acceso diverbio con la ministra per le Pari opportunità e le Famiglie Eugenia Roccella, che, dopo l’interruzione delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie arcobaleno, difendeva la scelta del governo sul riconoscimento della omogenitorialità.  La conduttrice si era lasciata sfuggire un’imprecazione, di cui si era subito dopo scusata: «Stiamo parlando di una scelta ideologica, ed è legittimo», la incalza la giornalista, «questo si può fare senza surrettiziamente, mi perdoni, senza chiudere in Commissione del Senato le politiche europee per poi bloccare la trascrizione dei certificati di nascita dei figli già nati: prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, ca**o».