Maestra uccisa dalla figlia a Bagheria, proseguono le indagini: si attende l’esito dell’autopsia

“Esprimo il cordoglio di tutta la comunità – ha dichiarato il sindaco Filippo Maria Tripoli -. Quello che è successo a Bagheria è un dramma”

maestra

Bagheria è sotto choc dopo l’uccisione di Teresa Spanò, maestra di 55 anni, morta per mano della figlia 17enne. La tragedia si è consumata, come purtroppo spesso avviene, all’interno delle mura di casa, in un appartamento di una palazzina in corso Butera. Ad allertare le forze dell’ordine ieri mattina è stata proprio la figlia della vittima, che in un primo momento avrebbe però parlato di suicidio, affermando che la madre avesse ingerito dei tranquillanti.

Le numerose contraddizioni hanno portato tuttavia presto la verità alla luce. La giovane ha confessato agli inquirenti di aver ucciso la madre. L’avrebbe strangolata. Pare che il delitto si inserisca all’interno di un rapporto conflittuale che avrebbe visto nell’ultimo periodo frequenti liti tra le due. 

Maestra uccisa a Bagheria: “Una tragedia che ci lascia sgomenti”

Mentre proseguono le indagini sull’accaduto, la 17enne è stata condotta nel centro per i minori di Caltanissetta. Qui ha trascorso la notte. Per comprendere con maggiore certezza cosa sia accaduto si attendono gli esiti dell’autopsia che chiariranno le cause del decesso.

È una tragedia che ci lascia sgomenti. È un dramma che colpisce nel profondo l’intera comunità bagherese”. Questo è quanto hanno dichiarato gli amministratori del Comune di Bagheria, ieri, commentando la tragica notizia della morte di Teresa Spanò.

La 55enne insegnava presso la scuola elementare del circolo didattico di Casteldaccia. Viene ricordata come una donna mite, gentile e garbata. 

“Esprimo il cordoglio di tutta la comunità – ha dichiarato il sindaco Filippo Maria Tripoli all’Ansa -. Quello che è successo a Bagheria è un dramma. C’è una donna morta, ma c’è anche un ragazza di 17 anni che se arriva a compiere un gesto simile manifesta solo tantissimo disagio. Adesso dobbiamo dare l’ultimo saluto ad un’insegnante conosciuta e apprezzata in paese anche per le sue attività sociali e in parrocchia, ma dobbiamo stare vicino alla ragazza. Senza esprimere giudizi sommari o puntarle il dito contro”.

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