C’è la mafia dietro i roghi? Potrebbe essere ingolosita dal fotovoltaico

Occorrerebbe una legge per impedire l’installazione di parchi eolici e fotovoltaici su terreni incendiati. Di sicuro ci sarebbero molti meno roghi…

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il testo del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, il Pniec. È stato predisposto con il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il Piano recepisce le novità contenute nel Decreto Legge sul Clima nonché quelle sugli investimenti per il Green New Deal previste nella Legge di Bilancio 2020. Detto più semplicemente il Pniec è lo strumento fondamentale per cambiare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione.

PER TROVARE POSTO AI PANNELLI SOLARI OCCORRONO 44.000 ETTARI

Il Piano prevede di incrementare in 8 anni l’energia da fotovoltaico di 44.000 megavat. Tradotto significa che servono 44.000 ettari destinati a pannelli. Quindi, di fatto, 440 chilometri quadrati sottratti all’agricoltura. Ed è chiaro che la Sicilia è il posto ideale dove catturare il sole, ed ai piccoli proprietari vengono offerti fino a 30.000 euro a ettaro. Ma ogni tanto c’è anche chi non ci sta. In questo caso, come convincerlo? Magari bruciandogli tutto, interrompendogli qualsiasi coltivazione, azzerando quindi per anni la redditività della produzione agricola. In tutto questo scenario, un ruolo importante potrebbe averlo la mafia, che di sicuro vuole partecipare al banchetto del fotovoltaico. Queste argomentazioni che valgono in Sicilia potrebbero valere anche in Sardegna, o forse anche sulle rive dell’Adriatico.

AUTOCOMBUSTIONE QUASI INESISTENTE

Ecco spiegato perché, probabilmente, ci sono tanti incendi. Infatti, gli incendi per autocombustione, talvolta invocati per giustificare i roghi all’emergenza climatica, sono rarissimi. I casi di autocombustione possono aversi solo se balle di fieno insilato e umide al loro interno sviluppano processi fermentativi. Questo fa salire la temperatura della massa al di sopra dei 70 gradi e se non c’è dispersione di calore possono partire le fiamme. Ma in estate è tutto secco e non c’è umidità.

OCCORRE UNA LEGGE AD HOC PER I TERRENI BRUCIATI

Mario Draghi, accogliendo le richieste di Musumeci, ha dichiarato per i roghi in Sicilia lo stato di mobilitazione nazionale. E manderà la Protezione civile ad aiutare a domare le fiamme e sistemare i boschi. Paradossalmente in una regione che ha il record mondiale di forestali: 28.000 e tutti a carico del contribuente. Forse sarebbe meglio preparare subito una legge, come fu per l’edilizia, che impedisca di istallare parchi per l’eolico e il fotovoltaico su terreni incendiati. Forse potrebbe essere il miglior deterrente, e, chissà, probabilmente diminuirebbero roghi… Claudio Fava, presidente dalla Commissione antimafia siciliana, recentemente ha fatto delle dichiarazioni precise. Ha affermato chiaramente che gli incendi servono a sgombrare i terreni agricoli e rivenderli a chi ci vuole costruire impianti fotovoltaici: la mafia è entrata nel business del green.