Spaccio di droga e benestare della mafia. A Palermo, la fusione tra questi due ingredienti, spesso mescolati insieme nel minestrone dell’illegalità, ha portato a 15 arresti da parte delle forze dell’ordine. L’operazione portata avanti ha preso il nome di “Eride” e ha una banda, dedita al traffico di stupefacenti e detenzione di droga, di spacciatori al servizio del mandamento di Pagliarelli. Le indagini sono state condotte, con successo, dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca ed assestano un colpo doloroso alla famiglia mafiosa di Corso Calatafimi.
Oggi, i Carabinieri hanno posto fine alla banda di spacciatori che inondava una parte di Palermo di sostanze stupefacenti per conto della famiglia mafiosa di Corso Calatafimi. Il tutto prende vita dall’operazione dalla Dda di Palermo del 4 dicembre 2018, chiamata “Cupola 2.0“, che aveva smantellato la nuova “commissione provinciale” di cosa nostra palermitana. Le indagini che oggi hanno portato ai 15 arresti hanno certificato il coinvolgimento della mafia nell’attività di spaccio e nella gestione delle sostanze stupefacenti. I guadagni delle vendite terminava in tasca ai venditori illegali, in parte, e foraggiavano le casse del mandamento.
Questa rete illegale parte, secondo le indagini svolte, da molto lontano. Si pensa, infatti, che l’organizzazione fu messa in piedi nel 2017 dal boss Filippo Annatelli durante una riunione in un’agenzia funebre. Una situazione, quindi, che imperversava da diverso tempo nelle strade del capoluogo siciliano. Come ogni mandamento che si rispetti, anche questa congrega mafiosa poteva contare su un organigramma ben definito con ruoli ferrei e (quasi) inattaccabili: Salvatore Mirino ed Enrico Scalavino si occupavano della gestione operativa dei traffici e dello smercio della droga, mentre Giuseppe Massa e Ferdinando Giardina erano i responsabili della fornitura dello stupefacente ai pusher di livello inferiore. I carabinieri sono riusciti a documentare di riunioni avvenute anche nel 2018 da un parrucchiere.