Dopo la ribellione dei commercianti del Borgo Vecchio, che hanno denunciato gli estorsori che chiedevano «regali per i carcerati», o soldi a Natale e Pasqua, sono partite indagini a 360 gradi. La direzione distrettuale antimafia ha disposto venti fermi, che sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, spaziano in tanti settori. Riguardano anche le feste di piazza al Borgo, e la vicinanza degli ambienti mafiosi ad alcuni cantanti neomelodici.
LA PASSIONE PER I NEOMELODICI
Ed è venuta fuori la grande passione che Angelo Monti, indicato come il nuovo padrino del Borgo vecchio, aveva per i cantanti neomelodici. Soprattutto per uno, il catanese Niko Pandetta, all’anagrafe Nicola Pandetta, nipote del boss Turi Cappello. Il cantante, che ha molti amici e sostenitori fra Palermo e Catania, era solito aprire i suoi concerti dedicandoli «a chi purtroppo sta al 41-bis», o a chi «in questo momento ha qualche impedimento». Pandetta l’anno scorso è finito al centro di una grande polemica perché dopo aver partecipato al programma di Rai 2 “Realiti”, si era vantato dei testi delle sue canzoni, ispirate dalle lettere scritte dello zio capomafia che sta scontando l’ergastolo. Così come un altro neomelodico, Leonardo Zappalà, che, partecipando allo stesso programma, parlando di Falcone e Borsellino aveva detto: «Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l’amaro».
«FATTI FARE UN TATUAGGIO E SI RISOLVONO I PROBLEMI»
A causa delle parole dette in tv, Pandetta non potè esibirsi nel successivo concerto del Borgo. E Jari Ingarao, un boss suo amico, per di fare scordare la polemica in tv gli dette un consiglio, per fare una nuova campagna di comunicazione: «Fatti un tatuaggio e ci scrivi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, così si risolvono i problemi». Lo stesso Ingarao si è occupato di organizzare un concerto di neomelodici al Don Orione. Se ne è occupato a modo suo, chiedendo la “sponsorizzazione” dell’evento ai commercianti del Borgo. Come scrivono i magistrati nel provvedimento di fermo, «lo spettacolo è poi andato in onda per trenta giorni sul canale televisivo TSB, con la sovrimpressione dei loghi delle attività commerciali». Evidentemente doveva essere chiaro chi promuoveva l’iniziativa.