Mafia e scommesse, 18 anni all’imprenditore di Partinico Benedetto Bacchi

Il tribunale ha stabilito la condanna di altre quindici persone, le cui pene arrivano al massimo a quattro anni. Assolti, infine, altri nove indagati.

salamone

La quarta sezione del tribunale di Palermo ha condannato, nella notte, sedici persone a seguito di un’inchiesta condotta nel 2018 dalla squadra mobile in merito al mondo della mafia e delle scommesse clandestine. Tra i condannati, in particolare, Antonio Bacchi, imprenditore che si trovava già ai domiciliari per ragioni di salute. Condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe stato il referente delle cosche palermitane nel business delle scommesse on line.

Accanto a lui, il tribunale ha stabilito la condanna di altre quindici persone, le cui pene arrivano al massimo a quattro anni. Assolti, infine, altri nove indagati.

I pubblici ministeri Amelia Luise, oggi alla procura europea, Giovanni Antoci e Andrea Fusco avevano chiesto la condanna a vent’anni per Bacchi. I poliziotti della squadra mobile, erano risaliti a lui nel 2018 indagando sul clan di Partinico e sul “cassiere” della famiglia, Francesco Nania. Questi era spesso coinvolto in spostamenti tra la Sicilia e gli Usa, dove l’Fbi lo arrestò, dopo tre anni di latitanza. Il tutto in esecuzione di un ordine di arresto della procura di Palermo.

Al momento dell’arresto per Bacchi fu anche disposta la confisca di 3 milioni 789 mila euro. A coordinare l’inchiesta allora furono i sostituti Roberto Tartaglia, oggi vice capo del Dap, e da Annamaria Picozzi, oggi procuratrice aggiunta a Palermo.

CONTINUA A LEGGERE