L’ex sindaco di San Cipirello Vincenzo Geluso (immagini Marcella Chirchio)
“I MIEI CONCITTADINI MI INCITANO A TENERE DURO”
San Cipirello, piccolo comune ad una trentina di chilometri da Palermo, nel giugno del 2019 fu sciolto per mafia. Saranno pure stranezze dei tempi in cui viviamo, ma la decisione venne presa, stando a quanto disse ad inizio estate l’ex sindaco Vincenzo Geluso, a causa di qualche like di troppo su Facebook. ” Io ho tolto dei capannoni ai mafiosi, non ho mai fatto gare d’appalto, mai avuto rapporti con la mafia. Eppure dopo un anno e mezzo di amministrazione è stato sciolto il Comune e io oggi vivo un dramma e mi vergogno a camminare in paese. Per fortuna i miei concittadini mi incitano a tenere duro. Forse ero scomodo per qualcuno…”. Uno sfogo amaro quello di Geluso, fatto durante il suo intervento, da remoto, al Consiglio direttivo de ‘La vetrina e il retrobottega del negozio dell’antimafia’ di Radio Radicale e Nessuno tocchi Caino, in streaming. “Mi sembra ridicolo sciogliere un comune con 280 pagine di relazione prefettizia – dice – di cui 140 pagine dedicate alla storia della mafia del paese e ai boss mafiosi come Riina o Provenzano”.
L’ex sindaco di Giardinello Giovanni Geloso (immagini Marcella Chirchio)
STESSA VICENDA A GIARDINELLO
A 25 chilometri da San Cipirello, in direzione Palermo, c’è un altro comune, Giardinello, che di abitanti ne fa ancora meno (poco più di 2000), il cui sindaco Giovanni Geloso, così come il collega ha vissuto la stessa disavventura. Allora, per la precisione nel maggio del 2012, fu una una pesantissima relazione del ministro dell’Interno Angelino Alfano e della prefettura a rilevare intrecci e collusioni tra politica locale e mafia, che avrebbero messo in evidenza «una elevata densità mafiosa del territorio». Le parole di un costernato Geloso furono: “È vergognoso, non me l’aspettavo. Questo paese non merita dies sere macchiato in questo modo sulla base di semplici sospetti, perché il Consiglio dei Ministri ha in pratica sostenuto che basterebbero dei sospetti per motivare uno scioglimento per mafia».
Nei video che vi proponiamo, entrambi i due primi cittadini dei comuni del palermitano, giustificano la loro posizione, dicendosi totalmente estranei ai fatti che hanno indotto la magistrature a commissariare San Cipirello e Giardinello.
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