Nuovi particolari emergono dall’operazione soprannominata “Resilienza“. I boss, da quanto scaturisce dalle indagini, pretendevano pranzi gratis e molto altro. A Borgo Vecchio, infatti, avevano individuato una trattoria di zona scelta per “scroccare” i pasti. Dopo un paio di conti non pagati, il proprietario del locale ha denunciato l’accaduto alle Forze dell’Ordine. Dopo aver fatto tutti i conti del caso, gli investigatori hanno conteggiato che i pranzi, in media, costavano al commercianto 120€ a persona in un mese. Un vero e proprio modo diverso di chiedere il pizzo.
Non soltanto pranzi gratuiti. La forza dei boss si rifletteva anche su una macelleria. I mafiosi, con il placet del silenzio del piccolo commerciante, riuscivano ad ottenere carne gratis. Gabriele Ingarao, infatti, si sarebbe rifornito di carne senza pagare. Dopo diversi “regali” gastronomici, il nipote del boss Angelo Monti chiese al macellaio anche un prestito, ma il titolare del negozio gli diede soltanto la metà della cifra richiesta dal mafioso. Comportamenti che testimoniano quanto fosse grande il potere e l’influenza della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.