Mafia, clan Acquasanta: Giovanni Ferrante ha deciso di collaborare

Ferrante ha deciso di collaborare. Si trova al 41 bis da maggio 2020 a seguito di una maxi operazione che ha portato a 91 arresti. Prima di lui, a pentirsi, era stato l’ex boss Gaetano Fontana

Villaggio

Giovanni Nanni Ferrante, reggente del clan Acquasanta a Palermo, ha deciso di collaborare con la giustizia. Si trova al 41 bis, dopo l’arresto nel maggio 2020 a seguito di un maxi blitz contro il mandamento di Resuttana. In quella occasione erano finiti in arresto 91 persone.

Secondo quanto riporta l’edizione odierna del Giornale di Sicilia, la Procura ha garantito il servizio di protezione, con trasferimento in località segreta alla compagna di Ferrante, Letizia Cinà anche lei coinvoltà nell’operazione “Mani in pasta”. La famiglia del pentito ha deciso di prendere le distanze riguardo la decisione del reggente mafioso di collaborare con la giustizia.

Giovanni Ferrante si occupava delle richieste di pizzo, era il “terrore” dei commercianti del quartiere. Minacciava e a chi non voleva pagare organizzava attacchi incendiari. La collaborazione di Ferrante segue quella dell’ex boss Gaetano Fontana, imputato principale del processo scaturito dall’inchiesta “Mani in pasta”.