Cronaca di Palermo

Mafia Resuttana: il boss e il commercialista si occuparono della vendita del ‘Gelato 2’

Nell’ambito dell’operazione Resurrezione condotta dalla polizia e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, il commercialista Giuseppe Mesia è indicato come uno dei fedelissimi di Salvatore Genova, reggente del mandamento. A questo proposito viene citata una vicenda che, secondo gli inquirenti, dimostra il vincolo mafioso dei due, dopo la scarcerazione di Genova. Si tratta della vendita dell’attività ‘Gelato 2’ di via Alcide De Gasperi. Il boss, a poco più di un mese dalla scarcerazione, già si  dedicava alla cura degli interessi mafiosi, pur non mettendosi troppo in mostra per sfuggire all’attenzione degli inquirenti. Dalle indagini è emerso, infatti, che proprio lui ha autorizzato Mesia a mediare il prezzo della compravendita della gelateria, “che rivestiva – come è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – l’interesse di Michele Micalizzi, reggente della famiglia mafiosa di Partanna Mondello”.

Il commercialista doveva richiedere la ‘messa a posto’

La valenza mafiosa della vicenda diventa evidente nel passaggio in cui Genova, dopo avere precisato di non essere disposto a “scambi di favori”, ed avere individuato il prezzo della compravendita in settantacinquemila euro, afferma che, prima del pagamento, Mesia avrebbe dovuto riscuotere la cosiddetta ‘messa a posto’. Soldi destinati alla cassa della famiglia mafiosa. Fissato il pezzo, il capomafia in una conversazione intercettata dalla polizia, avverte che “però…” e non fa in tempo a completare la frase che il commercialista lo precede: “Cinque devono restare “nta baciledda”!”, ovvero nella bacinella, il termine con il quale i sodali del clan mafioso parlano del pizzo. “Sì, ma prima però!”, aggiunge Salvo Genova. Altrimenti, niente compravendita. E il commercialista conferma: “Prima, certo”.

Foto ‘Vacanze Siciliane’

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Redazione PL