Mafia Resuttana-San Lorenzo, stabilite le condanne definitive: i nomi

Due assoluzioni e tre condanne da definire

furti

La quinta sezione della Cassazione ha messo un punto definitivo al processo Talea di Palermo che ha riguardato la mafia di Resuttana-San Lorenzo. I Carabinieri hanno eseguito una retata nel dicembre del 2017, tutti gli arrestati erano stati accusati di estorsione.

Tra gli imprenditori ai quali i mafiosi chiedevano il pizzo c’erano anche i gestori della nota pizzeria palermitana La Braciera. Loro insieme ad altre persone hanno avuto il coraggio di denunciare e permettere di sgominare l’associazione mafiosa. 

I nomi dei condannati

 Giuseppe Biondino 9 anni e 2 mesi; Filippo Bonanno 9 anni e 4 mesi; Antonino Catanzaro 2 anni e 8 mesi; Francesco Paolo Liga 10 anni e 4 mesi; 14 anni a Pietro Salsiera; condannato anche l’ex vigile del fuoco Giovanni Niosi a 10 anni;  Corrado Spataro 11 anni e 8 mesi); Lorenzo Crivello 8 anni e 8 mesi; 2 anni a Salvatore Ariolo; Massimiliano Vattiato 8 anni e 2 mesi, Ignazio Calderone 4 anni, Stefano Casella e Antonino Tumminia 2 anni e 2 mesi; Bartolomeo Mancuso 4 mesi e il pentito Domenico Mammi 7 anni e mezzo. 

A Samuele Lo Cricchio annullata la sentenza di condanna a 8 anni impugnata dai suoi avvocati per chiedere la continuazione. Invece per Pietro Salamone annullamento della sentenza a 10 anni di carcere perché si deve decidere se dargli un aumento di pena. Sentenza sospesa infine per Sergio Napolitano. Sulle tre condanne si esprimerà nelle prossime settimane la Corte d’Appello. Tra i condannati anche la moglie del superkiller Salvino Madoni, Maria Angela Di Trapani: per lei 4 anni. Assolti Antonino La Barbera e Ahmed Glaoui.

La Cassazione ha anche confermato la condanna al risarcimento nei confronti del Centro Studi Pio La Torre, Addiopizzo, Sicindustria, Solidaria, Sos Impresa, Fai, Associazione Caponnetto, Confesercenti, Confcommercio, Coordinamento delle vitttime dell’estorsione, dell’usura e della mafia oltre ad alcune vittime.