Mafia sempre più social, boss “influencer” e piattaforme usate per reclutare affiliati

Dai pizzini ai social network, anche le mafie si sono adeguate al mondo digitale

Post, video e tweet usati per parlare tra clan, per lanciare messaggi di avvertimento, per dare istruzioni, ma anche per arruolare nuove leve con codici e linguaggi che sembrano appartenere a veri e propri influencer.

Il rapporto “Le mafie nell’era digitale”, promosso dalla Fondazione Magna Grecia, racconta questo fenomeno attraverso un’analisi di 90 GB di video TikTok, due milioni e mezzo di tweet, 20mila commenti a video YouTube e centinaia fra profili e pagine di Facebook e Instagram, dai quali emergono le caratteristiche di un fenomeno che sembra affermarsi sempre di più in una mescolanza dai confini labili tra reale e virtuale.

Dalla musica alle emoij

Dalla musica trap al neomelodico, dalle macchine extra-lusso ai gioielli kitch, dalla “presta libertà” dedicata a chi è in galera – affinché veda presto la luce del sole – alla mitizzazione dei grandi boss del passato, dagli emoticons a forma di cuore o di leone (per dimostrare coraggio e sentimento) agli hashtag per inserirsi nella scia dei contenuti virali, i risultati del Rapporto raccontano i nuovi linguaggi della criminalità organizzata sui social e confermano la capacità delle mafie di reinventarsi continuamente in base alle esigenze del presente. E di progredire, man mano che il digitale prende la scena facendo cadere i confini tra il reale e il virtuale. Dopo una prima fase in cui la le mafie usano i social in modo quasi ludico infatti, anche nel mondo criminale subentra una maggiore consapevolezza del mezzo. Che diventa luogo di sponsorizzazione e comunicazione con gli affiliati così come con i nemici. Fino ad arrivare, con lo sbarco in rete della nuova generazione criminale, alla creazione dell’“interreale mafioso”.

I giovani boss diventano delle celebrità, anche con strategie di marketing, di promozione del loro brand e simboli forti (il sangue che indica fratellanza, le catene per il carcere, la fiamma che è la forza, il fuoco, il lucchetto che è la famosa omertà e il leone che racconta la camorra fino al Joker che ci riporta a Matteo Messia Denaro)”.

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