L’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo ha dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione. Su proposte congiunte del Procuratore della Repubblica di Palermo e del Questore di Palermo, si è disposto il sequestro di un ingente patrimonio nei confronti di Inzerillo Tommaso (cl. ‘49), Inzerillo Francesco (cl. ’56), Spatola Giuseppe (cl. ‘75), Militello Benedetto (cl. ‘87), Lo Presti Antonino (cl. ‘86), Fanara Antonino (cl. ‘85) e Mannino Alessandro (cl. ‘60).
In particolare, si tratta di 7 imprese, un immobile, 9 autovetture, 17 rapporti finanziari, una quota pari al 50% del capitale di società a responsabilità limitata. Applicata inoltre l’amministrazione giudiziaria nei confronti di un’impresa attiva nel settore del commercio alimentare. Il valore complessivo del sequestro è stimato in circa 2.000.000 di euro.
L’attività è risultato dell’analisi sul complesso delle emergenze investigative acquisite in ordine alle peculiari condotte criminali poste in essere dai soggetti proposti al locale Tribunale Sezione Misure di Prevenzione. Si parla di una pericolosità sociale “qualificata”, ai sensi del Codice Antimafia, in quanto gravemente indiziati di appartenere a Cosa Nostra.
In particolare, tra gli elementi posti a fondamento delle suddette proposte, emergono anche le risultanze acquisite nell’ambito del procedimento penale nr. 4847/2018 R. G.N.R. Questo riguarda l’attività investigativa effettuata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Palermo – S.C.O., in collaborazione con l’F.B.I. di New York. E’ la cosiddetta operazione “New Connection”, sfociata nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare di custodia in carcere e arresti domiciliari nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso ed altro.
Le investigazioni in parola hanno ricostruito i ruoli e le responsabilità dei proposti nell’ambito del mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco. In questo sono storicamente inserite le famiglie mafiose di Passo di Rigano, Uditore, Boccadifalco e Torretta.
Le indagini hanno dimostrato come il mandamento di Passo di Rigano, nel quale opera con un ruolo decisivo la famiglia degli Inzerillo, abbia, in tempi recenti, assunto una rinnovata posizione di rilievo nell’ambito di Cosa nostra palermitana. Posizione che ha consentito ai mafiosi di detto territorio di coltivare in modo proficuo i propri interessi criminosi, sfruttando anche i rapporti privilegiati intessuti da decenni con i sodali stabilitisi negli Usa.
In tale contesto è emerso come i soggetti destinatari dell’odierna misura patrimoniale facciano tutti parte di unico gruppo, con a capo proprio Inzerillo Tommaso. Alla base del sodalizio la comunione di interessi economici e stretti rapporti di famigliarità; circostanza, questa, che genera una profonda compenetrazione tra i legami di sangue e la storica appartenenza a Cosa nostra.
Inzerillo Tommaso, personaggio di spicco della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, già condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso e più volte sottoposto a misure di prevenzione e di sicurezza, è cugino di primo grado di Inzerillo Francesco (cl. ‘56), detto u truttaturi; di Inzerillo Pietro (cl. ‘49) ucciso a New York nel 1982, e, soprattutto, di Salvatore Totuccio Inzerillo (cl. ‘44) ucciso a Palermo l’11 maggio 1981, prima vittima illustre della cosiddetta seconda guerra di mafia.
Spatola Giuseppe è genero del citato Inzerillo Tommaso. Militello Benedetto e Fanara Antonino sono cognati di Spatola; Lo Presti Antonino è invece genero del defunto Inzerillo Francesco (cl. 55), detto Franco u nivuru. Si tratta di un personaggio di spicco della famiglia mafiosa di Passa di Rigano.
Mannino Alessandro, “Sandrino”, già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso e già destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p. s., è infine nipote di Salvatore Totuccio Inzerillo.
I predetti risultano condannati in primo grado nel settembre del 2021 per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, nonché alcuni anche per i reati di intestazione fittizia di beni ed estorsione aggravati e per esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse.
Sulla base della loro acclarata e persistente pericolosità sociale di tipo qualificato, sono state condotte indagini patrimoniali dall’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo nei confronti degli stessi e dei loro rispettivi nuclei familiari conviventi. Da queste è emersa una notevole sperequazione tra i redditi dichiarati al fisco e gli investimenti effettuati per i beni oggi sequestrati.
Tra questi figura anche l’impresa “KARTON PLASTIK”, attiva nel settore della commercializzazione all’ingrosso di carta e cartoni, con sede a Palermo in via Castellana. L’impresa è riconducibile a Inzerillo Francesco, ma formalmente intestata alla moglie. Vi è anche l’impresa “EDIL DECOR”, riconducibile a Mannino Alessandro, con sede a Palermo in via Leonardo da Vinci, attiva nel settore dell’edilizia.