Individuate 145 persone con precedenti condanne per mafia che percepivano il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto. Sono state denunciate con l’accusa di dichiarazioni mendaci volte all’ottenimento del reddito di cittadinanza e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Avviata la procedura per la revoca del sussidio e il recupero del beneficio economico.
Tra gli indagati ci sono anche esponenti mafiosi di spicco. Tra quanti hanno nascosto le condanne per percepire il sussidio dallo Stato figura anche Antonino Lauricella, boss della Kalsa (quartiere storico di Palermo) detto “U Scintilluni”. Il quale ha ricevuto un sussidio di oltre 7mila euro. C’è anche la figlia del capomafia di Partinico, Maria Vitale: la donna era la “postina” ed è stata condannata per mafia quando si è scoperto che portava gli ordini del padre fuori dal carcere. C’è Bartolo Genova, che è stato reggente del mandamento di Resuttana. Ed ancora Alessandro Brigati, anche lui ritenuto vicino ai Vitale di Partinico. Domenico Caviglia, esattore del pizzo agli ordini di Salvatore Lo Piccolo, capomafia di San Lorenzo.