Camilla Canepa. «Mai visto un cervello ridotto così», dice il neurochirurgo

La ragazza morta dopo AstraZeneca, Il medico: «Abbiamo optato per una craniotomia decompressiva. Un’operazione complicata perché tutti i seni venosi erano ostruiti da trombi

Le indagini per capire la causa del decesso di Camilla Canepa sono ancora in corso. La 18enne di Genova è morta per trombosi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Le due operazioni chirurgiche a cui era stata sottoposta all’ospedale San Martino si sono rivelate inutili. L’ha operata Gianluigi Zona, il direttore della clinica neurochirurgica e neurotraumatologica del Policlinico. Il neurochirurgo in una intervista rilasciata a La Stampa ha dichiarato: «Non avevo mai visto un cervello ridotto in quelle condizioni da una trombosi così estesa e così grave».

«UNA TAC PUÒ NON EVIDENZIARE UNA TROMBOSI»

Camilla era stata trasferita in un primo momento all’ospedale di Lavagna, dove era stata sottoposta a due Tac. Dopo la prima non aveva evidenziato la situazione della trombosi in atto, ed era stata dimessa. Invece, dopo la seconda è stata immediatamente trasferita al San Martino. Ma la situazione purtroppo era già ampiamente compromessa. Il medico non vuole però puntare il dito: «Ragionando a posteriori è tutto facile e tutti sono campioni del mondo. Una Tac non evidenza direttamente una trombosi anche se esistono dei segni molto indiretti. Sono segni precoci e serve un occhio molto esperto per coglierli, ma si possono cogliere prima delle presenze ematiche».

«MAI VISTO TUTTI I SENI VENOSI OSTRUITI DA TROMBI»

Gialuigi Zona ha poi ricordato della tragica notte dell’operazione. «Abbiamo optato per una craniotomia decompressiva ─ ha detto ─. Si è aperto il cranio per allentare la pressione interna. Un’operazione complicata perché tutti i seni venosi erano ostruiti da trombi, uno scenario che non avevo mai visto in tanti anni di questa professione». Addirittura ha specificato: «Ci siamo trovati di fronte a qualcosa di non normale».