Questa è una storia di forza, coraggio e amore. Benedetta, una donna palermitana che lavora al call center Comdata, assieme ad altri due suoi colleghi ha contratto a marzo il Covid-19. Il 15 marzo ha avuto i primi sintomi, con febbre e spossatezza, e si è subito isolata. Però ci sono voluti otto giorni per accertare, con un tampone, la gravità del suo caso. E dopo un passaggio dal pronto soccorso del Cervello, è stata trasferita al Covid-hospital di Partinico.
IN RIANIMAZIONE
Dal 24 marzo al 10 aprile ha vissuto in una stanza della rianimazione, arrivando anche al coma, ed ha rischiato seriamente di non farcela. Le era rimasto solo il 25% di possibilità di guarire. È stata a lungo intubata, nutrita per endovena, ma una forza l’ha sostenuta. La forza di volere tornare nella sua casa palermitana dove l’aspettavano il marito Antonio, ed i suoi due figli Arianna di 5 e Andrea di 9.
IL FIGLIO ANDREA
Il più grande dei suoi figli, Andrea, che deve fare la prima comunione, ha dovuto anche lui vincere prima della madre la sua personale battaglia nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civico di Palermo. Ha lottato per due anni e fortunatamente oggi è in remissione, coccolato dall’Aslti, l’Associazione siciliana leucemie e tumori infantili. Il Giornale di Sicilia, che ha riportato il caso di Benedetta, l’ha intervistata. «È incredibile la forza dei bambini, forse io ne ho avuta di meno di Andrea ─ ha ricordato commossa ─. Quando sono precipitata nel coma ho avuto davanti a me l’oscurità. La sensazione che mi rimane è di avere visto cosa c’è oltre. Ero gravissima ed ero nel panico. Mi sono rivolta a Dio e gli ho detto: ho Andrea di 9 anni, deve fare la comunione. Ho Arianna di 5 anni, deve andare in prima elementare. Decidi Tu».
È ANDATO TUTTO BENE
Al Covid-hospital di Partinico Benedetta è stata trattata prima con il Plaquenil. Poi, quando si è ridotta al minimo della sua capacità respiratoria, la strategia dei medici è cambiata e sono passati all’antireumatoide sperimentato con buoni risultati all’ospedale Cotugno di Napoli, l’ormai famoso Tocilizumab. Adesso la malattia è stata battuta. Dopo tre tamponi negativi è stata restituita alle sue gioie. Certo, ancora debole, ma viva, grata e decisa a ricominciare come mamma, come lavoratrice, come piccola grande eroina. Due miracoli in una sola famiglia.